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Le misure del Piano olivicolo nazionale

24 Marzo 20162 min read

Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali rende nota l’entrata in vigore del primo Piano olivicolo nazionale in seguito all’approvazione della Conferenza Stato Regioni. 

È la prima volta che un Governo, di concerto con gli locali, decide di sostenere un settore, come quello olivicolo, investendo 32 milioni di euro, risorse che potranno essere alimentate dai Psr delle singole regioni.
La scelta di sostenere il comparto arriva dopo la pessima campagna 2014-2015 a causa dell’epidemia Xylella e a pochi giorni dalla discussa decisione dell’Unione Europea di aumentare le importazioni di olio tunisino senza apportare dazi doganali.
Il settore olivicolo, dunque, necessitava di misure urgenti per aumentare la competitività delle imprese italiane e rilanciare l’immagine di uno dei prodotti cardine della dieta mediterranea.
Vediamo nel dettaglio le azioni inserite nel Piano olivicolo nazionale:

  • aumento della produzione di olive e di olio extravergine di oliva attraverso la razionalizzazione della coltivazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti e l’introduzione di nuovi sistemi colturali in grado di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica;
  • promozione e valorizzazione dei prodotti olivicoli italiani con attività di ricerca per migliorare l’efficienza dei metodi produttivi e l’organizzazione di iniziative per accrescere l’appeal del Made in Italy all’estero;
  • recupero varietale delle cultivar nazionali di olive da mensa in nuovi impianti olivicoli integralmente meccanizzabili;
  • riorganizzazione della filiera favorendo l’aggregazione e l’organizzazione economica degli operatori.

“Con l’approvazione per la prima volta del Piano olivicolo nazionale – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martinainiziamo a definire una strategia produttiva che mancava da troppi anni in Italia. L’obiettivo condiviso con tutta la filiera è migliorare sotto il profilo della qualità e della quantità. Abbiamo deciso di investire 32 milioni di euro per aiutare la riorganizzazione del settore olivicolo e oleario italiano, con un piano che potrà essere ulteriormente supportato con le risorse regionali dello sviluppo rurale. Il nostro lavoro non si ferma qui. Con l’accordo di filiera siglato poche settimane fa ci sono tutte le premesse per dare futuro al comparto, guardando anche alle opportunità e al lavoro da fare a livello internazionale”.

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