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Etichetta obbligatoria latte e carne: storico via libera del Parlamento europeo

13 Maggio 20163 min read

Con  422 voti favorevoli, 159 contrari e 68 astensioni il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione sull’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza sull’etichetta dei prodotti a base di carne, del latte a lunga conservazione e dei derivati lattiero caseari. 

Si tratta di una decisione storica, voluta fortemente da paesi come Italia e Francia, che hanno spinto lungamente per estendere la lista di prodotti con l’etichetta d’origine obbligatoria.
latte etichettaCome riporta Coldiretti nei nostri supermercati 2 prosciutti su 3 sono venduti come italiani, ma provengono in realtà da maiali allevati all’estero, ma anche 3 cartoni di latte a lunga conservazione su 4 sono stranieri senza indicazione in etichetta, stessa cosa per la metà delle mozzarelle.
Toccherà alla Commissione ora recepire la risoluzione approvata dal Parlamento.
Il prossimo passo sarà estendere l’obbligatorietà dell’indicazione d’origine anche a prodotti come il concentrato di pomodoro, i sughi pronti e frutta e verdura trasformati, ancora esclusi dalla normativa.

Il cammino dell’etichettatura obbligatoria è iniziato a metà degli anni 2000 con la legge sulla carne bovina in seguito all’emergenza mucca pazza, per abbracciare in seguito altri prodotti come il latte fresco, le uova, la frutta, la verdura ed il pesce.
Estendere questa lista al latte a lunga conservazione, i derivati lattiero caseari e la carne trasformata è un passo fondamentale, anche alla luce della crisi dei due settori in esame in seguito alla fine delle quote latte e all’allarme lanciato dell’Oms sulla carne ed i salumi.

Estremamente positivo il commento di Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari: “Si tratta – ha dichiarato Mercuri – di una risoluzione che accoglie le crescenti aspettative dei consumatori, sempre più attenti a trasparenza e tracciabilità, una sfida che le cooperative agroalimentari, che fanno della qualità della materia prima un tratto distintivo delle proprie produzioni, sono pronte a raccogliere. Ci auguriamo ora in particolare – ha concluso Mercuri – che la Commissione europea, ancorata ad un approccio volontaristico oramai insufficiente, prenda atto del segnale politico odierno e lo concretizzi rapidamente in proposte legislative concrete”.
Una recente ricerca ha mostrato come i consumatori siano disposti a pagare dai 5 ai 20 centesimi in più per un prodotto di provenienza certificata italiana. Il chilometro zero, l’agricoltura biologica ed in generale la qualità e la genuinità dei prodotti alimentari sono diventati ormai delle variabili fondamentali nelle scelte dei consumatori.
Adottare delle norme sull’etichettatura d’origine significa dare slancio all’agroalimentare italiano che non potrà che tratte beneficio da un contesto regolativo che incentivi la qualità e la tracciabilità.

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One Comment:

  • Anonimo

    Agosto 6, 2016 / at 2:44 pm

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