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La cooperazione forestale: un settore giovane ed indispensabile

20 Aprile 20153 min read

Svolgono un lavoro oscuro, ma essenziale per la cura e la manutenzione del territorio. Le cooperative forestali rappresentano il fiore all’occhiello di un settore, quello ambientale, troppo spesso declassato da interessi di tipo esclusivamente economico.
Eppure un paese come l’Italia dovrebbe conoscere l’importanza della parola prevenzione viste le numerose calamità naturali che hanno afflitto negli ultimi anni il nostro territorio. La prevenzione, al contrario, lascia spazio alla gestione dell’emergenza, con dei costi infinitamente maggiori e dei danni a cose e persone che destano enorme impressione.

DipendentiLa cooperazione forestale, nonostante il difficile contesto, riesce a ritagliarsi uno spazio di primo rilievo. Sono 350 le cooperative forestali, con 11.000 tra soci e addetti e un fatturato di oltre 250 milioni di euro. Si tratta di un settore in grande crescita e che vede sempre più giovani coinvolti.
L’età media, infatti, di questo forma imprenditoriale è di 36 anni. È una realtà che lavora nell’ombra e per la quale «non ci sono mai nastri da tagliare, perché il nostro obiettivo non è quello di costruire grandi opere, ma evitare che un pezzo di montagna cada giù» dice Nazzareno Belleggia del Coordinamento settore forestale dell’Alleanza delle cooperative nel corso di un convegno sulle coop forestali, svoltosi a Roma nella giornata di giovedì.

Il tema della prevenzione e della gestione emergenziale delle calamità naturali rimanda direttamente al ruolo svolto dalle istituzioni. Sono stati innumerevoli i decreti legge, approvati in questi anni, per rimediare a situazioni disperate, causa alluvioni e terremoti che annualmente falcidiano il nostro paese.
A tal proposito il vice ministro Ministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero ribadisce la «la centralità delle politiche forestali» e la necessità di utilizzare il nostro territorio come una risorsa.
Il presidente dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, applaude invece all’istituzione della “Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche – Italiasicura”, uno strumento che avrà il compito di coordinare il lavoro dei vari enti dello Stato in materia di prevenzione e di limitare il più possibile gli stati emergenziali.
Da questo punto di vista l’auspicio di Mercuri è «che i fondi già stanziati in Italiasicura non vengano utilizzati solo per grandi opere di messa in sicurezza del territorio, ma anche per piccole manutenzioni e opere diffuse su tutto il territorio nazionale». 

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