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Alleanza delle Cooperative: un documento verso l’unione delle sigle

21 Dicembre 20153 min read

L’Alleanza delle Cooperative dovrà essere un’organizzazione moderna, efficiente, che sia interprete delle mutate esigenze della società e lontana dai colori partitici.
I presidenti di Legacoop, Confcooperative ed Agci vedono nell’unione delle sigle un’opportunità unica per il mondo della cooperazione, un momento di innovazione che fungerà ad esempio per le altri centrali di rappresentanza.

Hanno provato a riflettere e ad elaborare il futuro della nuova Alleanza delle Cooperative i quattro gruppi di lavoro, insediatisi il 14 gennaio 2015 e che giovedì scorso, presso il Palazzo della Cooperazione a Roma, hanno presentato una bozza di documento fondativo dell’Alleanza.
Le difficoltà sono stati di primo rilievo e continueranno ad essere presenti fino al 1° gennaio 2017, giorno in cui scompariranno Agci, Confcooperative e Legacoop per dare vita ad un’unica organizzazione.
Riuscire a fondere tre identità dalla storia decennale non è un’azione facile: ci vuole spirito innovativo, coraggio e voglia di mettersi in discussione.
Le idee sono molto più chiare di quanto non lo fossero in precedenza – commenta il presidente di Agci Rosario AltieriDa questo momento parte un altro step importante: mantenendo gli impegni assunti, nel gennaio 2017 ci ritroveremo di fronte all’Assemblea. Mi auguro che entro luglio ci siano tutti i documenti pronti. Dobbiamo partire con questa nuova fase e dovremo essere anche pronti a qualche sacrificio”. 

Nel corso dell’Assemblea ci sono stati 17 interventi che hanno portatologo alleanza alla discussione spunti critici, idee e punti di vista diversi, che serviranno ad integrare quanto scritto nel documento proposto dai gruppi di lavoro.
Per costruire un’organizzazione diversa sarà necessario mettere da parte ogni gelosia e nostalgia.
Dobbiamo ricordare a noi stessi – ha dichiarato il presidente di Legacoop Mauro Lusetti – che quello che stiamo facendo ha un valore storico. Stiamo cercando di semplificare per il cambiamento di cui questo Paese ha bisogno”.
La sfida, dunque, è universale ed abbraccia anche il tema della legalità. Ci sono, infatti, tante cooperative che non sono iscritte ad alcuna centrale di rappresentanza ed in questo modo riescono a sfuggire ai controlli e a percorrere la via del malaffare.
Bisogna mappare le imprese sociali esistenti e provare ad inglobarle all’interno della nascente organizzazione.
Ha parlato di questo tema il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini: “Ora bisogna fare il pezzo più difficile. Bisogna farlo bene e non in fretta. Con le tempistiche adeguate, sapendo che va rispettata una storia di dirigenti che hanno dato molto al movimento, ma dobbiamo innovare. Io non sono mai stato iscritto al partito dei rottamatori, ma faccio appello alla generosità dei dirigenti storici per accompagnare i nuovi gruppi dirigenti a un ricambio generazionale. Io stesso mi sento impegnato in questo processo. Noi insieme dobbiamo costruire il percorso. Essere pronti prima possibile”. 

 

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