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Ricerca NEC: la cooperazione il modello migliore per la sharing economy

26 Novembre 20152 min read

La cooperazione è il modello d’impresa migliore per realizzare i nuovi esperimenti di sharing economy.
É questo il risultato di una ricerca sulla Nuova Economica Comunitaria (NEC), realizzata da Enzo Risso (SWG) e presentata ieri a Legalab, l’evento sull’economia collaborativa organizzato da Legacoop e svoltosi a Bari.

La società italiana sente l’esigenza di riscoprire antichi legami comunitari, condividendo conoscenze e risorse, sperimentando forme d’impresa che valorizzano la collaborazione.
Il nuovo spirito collaborativo nasce innanzitutto dalla crisi economica, che ha portato all’arretramento del modello d’azienda capitalista.
sharing economyDalla ricerca sulla NEC emerge che una buona percentuale di intervistati (il 46%) ritiene che il modello capitalistico sia entrato profondamente in crisi; una fase di degenerazione che può portare all’emersione di nuove forme giuridiche come quella cooperativa.
Negli ultimi anni hanno avuto una diffusione mondiale gli esperimenti di car sharing, bike sharing e house sharing: la sharing economy è diventato un modello economico in grado di generare risorse e servizi incentrando il business sulla riscoperta dei valori comunitari.
Risparmio delle risorse, rispetto dell’ambiente, sentimento di partecipazione e condivisione, sono tutti elementi cardine dell’economia collaborativa.
Ma qual è la forma giuridica migliore per sviluppare la sharing economy? Il 61% degli intervistati ritiene che siano le cooperative gli strumenti più adeguati, perché realizzano una condivisione delle risorse effettiva e non solo apparente, come accade, invece, per le grandi multinazionali dello sharing.
Nella percezione degli italiani la cooperazione è e deve essere un modello aziendale pulito. Non è un caso che l’81% crede che siano ancora più gravi gli episodi di corruzione nelle cooperative rispetto agli altri tipi di impresa.
Le coop vengono percepite come delle organizzazioni in grado di esprimere il talento dei giovani (58%) e di dare delle possibilità di emergere a chi non ce la fa (57%).
Il futuro della sharing economy secondo gli italiani, dunque, passa necessariamente dalla cooperazione.

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