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Renzi sulla disoccupazione: non mi accontento. Il videomessaggio del premier

1 Settembre 20152 min read

Una giornata particolarmente positiva per l’Italia. Le elaborazioni dell’Istat sulla disoccupazione e sul Pil mostrano, infatti, un’Italia in parziale ripresa.

Diminuisce la disoccupazione, aumentano i giovani che entrano nel mercato del lavoro e anche il Prodotto Interno Lordo torna a crescere. Nel primo trimestre del 2015 il Pil è aumentato dello 0,4% contro lo 0,3% delle previsioni dell’Istat e nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,3% rispetto allo 0,2% stimato.
Il bilancio, dunque, di questi primi sei mesi del 2015 sembra essere positivo, se pensiamo che la crescita economica complessiva è stata dello 0,6% e che la disoccupazione è in calo dello 0,9% nel confronto con un anno fa.
renzi istatNon si può parlare di ripresa effettiva, ma i primi segnali positivi sono evidenti.
Il presidente del Consiglio ha voluto commentare questi dati attraverso un video messaggio: «Segnali positivi vengono dal turismo, dalla produzione industriale, dall’Expo che è uno straordinario successo e vengono oggi da alcuni dati che l’Istat ha offerto e che sono particolarmente significativi».

Il premier come spesso accade ha utilizzato una metafora di carattere sportivo per indicare la strada che sta intraprendendo il nostro Paese verso la ripresa economica: «Negli ultimi anni è come se l’Italia avesse bucato la ruota o fosse caduta in una discesa ed il gruppo dei paesi europei andava molto più forte. Gli ultimi dati che arrivano dimostrano che non siamo ancora la maglia rosa, ma siamo tornati nel gruppo».
Un percorso virtuoso, dunque, a detta di Renzi perseguito attraverso riforme quali il Jobs Act che avrebbe aiutato le aziende ad assumere nuovi addetti attraverso forme contrattuali a tempo indeterminato.
Ma il Presidente del Consiglio non si accontenta e rilancia: «Voglio un’Italia che sia la guida dell’Europa, voglio che torniamo ad essere quello che siamo stati per tanti anni ovvero il punto di riferimento dell’economia europea e mondiale, ma per farlo c’è bisogno dell’aiuto di tutti». 

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