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Pesca: Le marinerie italiane unite contro il Piano d’azione Ue

22 Giugno 20232 min read

Nuove proteste contro le politiche europee che stanno mettendo a rischio il futuro del settore ittico. Già lo scorso 9 maggio, erano state fatte suonare in contemporanea le sirene delle imbarcazioni per dire no al piano d’azione di Bruxelles che prevede il divieto della pesca a strascico e la riduzione delle aree di pesca fino al 30% delle attuali.

Venerdì 23 giugno, le marinerie italiane si mobilitano per ribadire il proprio no al Piano d’azione Ue che impone una serie di misure dirompenti per l’assetto del settore. Si terranno una serie di iniziative promosse dal mondo della rappresentanza di cooperative, imprese e lavoratori con, tra le altre, la Fedagripesca-Confcooperative.

Il Piano promosso dal Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius prevede una forte limitazione della pesca a strascico in tutta Europa entro il 2030 e propone la creazione di ulteriori aree marine protette, senza considerare l’impatto sociale ed economico su imprese, lavoratori, territori e basandosi su dati scientifici non aggiornati e accurati. Un Piano che – denunciano associazioni e sindacali di settore – ci porterà alla totale dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti ittici.

L’obiettivo è la salvaguardia di un settore che garantisce sicurezza alimentare e un approvvigionamento equo, salutare e sostenibile di prodotti ittici freschi e con alti standard di qualità, che rispettano le regole di tracciabilità e certificazione europea. Ma con la mobilitazione si punta anche ad assicurare un futuro a migliaia di lavoratori, cooperative, imprese, famiglie e territori.

Lo smantellamento della pesca a strascico causerebbe peraltro – sottolineano le varie sigle – un aumento delle importazioni da Paesi in cui la pesca non rispetta la nostra legislazione in materia di ambiente, sicurezza e lavoro.

In Italia la pesca a strascico rappresenta il 20% della flotta totale peschereccia – concludono le associazioni e i sindacati di settore- con 2088 unità, circa 7000 lavoratori, il 30% degli sbarchi ed il 50% dei ricavi.

Un settore che in Europa rappresenta il 25% degli sbarchi totali di prodotti ittici ed il 38% dei ricavi, con oltre 7.000 imbarcazioni.

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