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Pesca: Tutte le marinerie suoneranno le loro sirene come protesta simbolica contro le politiche europee

5 Maggio 20232 min read

Le Organizzazioni nazionali della pesca italiana, tra cui l’Alleanza delle Cooperative Pesca e Acquacoltura  (Fedagripesca-Confcoopertive, Agci Agro Ittico Alimentare, Legacoop Agroalimentare) rispondono all’appello dell’Alleanza Europea della pesca di fondo per dare vita a una larga protesta contro le politiche europee che stanno mettendo a rischio il futuro del settore. Contrarietà già espressa durante la riunione del MEDAC tenutasi a Montpellier.

Tra sabato 6 e domenica 7 maggio, si sentiranno le sirene dei pescherecci risuonare lungo le coste italiane e delle marinerie europee per mostrare il profondo dissenso sul bando degli attrezzi mobili di fondo e relative restrizioni proposte dalla Commissione europea attraverso il Piano di Azione per proteggere gli ecosistemi marini.

I suoni saranno caricati sui social con l’hashtag #SOS_EU_Fishing e trasmessi alla Commissione europea per il 9 maggio, giornata dell’Europa. “È stato scelto il 9 maggio come data simbolica per esprimere quanto le comunità della pesca abbiano raggiunto il limite e temano per la loro stessa sopravvivenza.

La pesca è una politica di competenza europea e la Commissione è l’unico amministratore della Politica Comune della Pesca.

“Quale dovrebbe essere, dunque, una politica che unisca i pescatori e li renda orgogliosi di essere europei, politica che invece oggi è fonte solo di prospettive depressive? È questo il motivo per il quale abbiamo scelto il giorno dell’Europa come data per suonare le sirene delle nostre imbarcazioni, per richiamare l’attenzione dei cittadini, delle forze politiche, delle istituzioni sul nostro profondo disagio”, affermano gli organizzatori.

“Il settore europeo si confronta con enormi sfide come la Brexit, gli effetti della pandemia, la competizione sullo spazio marino con le industrie come le fattorie eoliche, l’inflazione e i costi dell’energia alle stelle. La Commissione europea con il suo piano di azione e la sua proposta di proibire la pesca di fondo nel 30% dei nostri mari arriva come un altro chiodo nella bara in cui il Commissario Sinkevičius vuole chiudere la pesca a strascico, concludono gli organizzatori.

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