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Nota Istat: segnali positivi per il 2015, ma occhio alla disoccupazione!

2 Gennaio 20153 min read

Come ogni mese, l’Istat ha fornito alcuni dati sulla congiuntura economica nazionale e mondiale. Si tratta di tendenze rilevanti anche per l’anno futuro, poichè ci permettono di effettuare previsioni sull’andamento del 2015 e non solo.
I riscontri sono di taglio ambivalente. Abbiamo, infatti, alcuni dati positivi, soprattutto in riferimento allo scenario internazionale, mentre altri continuano ad angosciare il nostro paese, su tutti il livello di disoccupazione

28102014L’Istat vede nel crollo del prezzo del petrolio e nella ripresa statunitense due fondamentali volani per il 2015. L’estate del 2014 ha visto per la prima volta un dimezzamento del costo del petrolio, fino ad arrivare a livelli record nel mese scorso, quando si è attestato a meno di 60 dollari a barile.
Un vantaggio non da poco per i paesi importatori come l’Italia, che potrà sfruttare il basso costo delle materie prime per rilanciare il proprio settore industriale.
Un altro fattore internazionale positivo potrà essere la crescita economica degli Stati Uniti. Se prendiamo in considerazione il Pil americano, notiamo come nell’ultimo trimestre abbia fatto registrare un aumento del 5%. La crisi negli Stati Uniti, dunque, sembra volgere al termine. Lo dimostrano anche una produzione industriale in crescita ed un tasso di disoccupazione in forte calo (5,8% a Novembre, il livello più basso dal 2008).
Sappiamo benissimo quanto l’economia italiana ed europea siano strettamente collegate a quella americana. Ecco perchè l’Istat vede un futuro positivo per il commercio internazionale.

Più problematica, invece, la situazione interna. Dai dati presentanti dall’istituto di statistica, emerge una ripresa strutturale in alcuni settori dell’economia italiana. Su tutti spiccano quello industriale e delle costruzioni, che hanno visto un moderato aumento in termini di esportazioni e di attività produttiva. Stabile, invece, è il settore del commercio al dettaglio.

Preoccupano, al contrario, le stime sulla disoccupazione e più in generale sul mercato del lavoro, che sta attraversando una chiara fase di stagnazione. Ad ottobre il livello di disoccupazione è ulteriormente aumentato, arrivando al 13,2%, ben oltre la media europea (11,5%). Sono cresciute le persone in cerca di un’occupazione (+5,8%), così come è aumentato il numero di disoccupati di lunga durata (dal 56,9% al 62,3%). I numeri in questione mostrano un mercato del lavoro statico, che fatica a creare nuove opportunità lavorative. Il 2015 dovrà essere per forza di cose l’anno della svolta, anche se le previsioni in tal senso non sono certo incoraggianti. Il tasso di disoccupazione dovrebbe, infatti, rimanere pressochè inalterato, per poi crescere lentamente a partire dal 2016.

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