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Carceri-cooperative: accordo prorogato fino al 31 gennaio!

2 Gennaio 20152 min read

Una proroga con la coperta corta. Il Ministero della Giustizia, Andrea Orlando, ha deciso di rinnovare l’accordo con le cooperative per la gestione della mensa delle carceri, ma solo fino al 31 gennaio 2015.
É questo quanto emerso nel corso della riunione tra i rappresentanti delle istituzioni ed i vertici delle cooperative.
Si proverà, dunque, a trovare un compromesso in questi venti giorni, anche se sembra difficile ipotizzare ad un rinnovo dell’accordo. Le trattative sono durate più di un anno ed i risultati stati negativi. Impossibile pensare ad una svolta in così poco tempo.

17112014La strada, dunque, sembra tracciata. Lo ha dichiarato lo stesso Orlando. Le motivazioni non sono legate allo scandalo Mafia Capitale, ma si tratta di ragioni di carattere economico. La Cassa delle Ammende non finanzierà più il progetto: nel futuro si limiterà a fornire risorse solo ad attività di start up. E quella offerta dalle dieci cooperative sociali nelle carceri italiane evidentemente non lo era più.
Non importa se i risultati raggiunti sono stati eccellenti e se migliaia di detenuti hanno beneficiato del servizio offerto. La decisione è stata presa ed è (probabilmente) irrevocabile.

La domanda che sorge spontanea è allora la seguente: perchè prorogare l’accordo? Appurata l’intenzione di non proseguire il rapporto tra il Ministero della Giustizia e le cooperative, perchè prendere tempo?
L’intento del Governo pare quello di negoziare un nuovo accordo e trovare nuovi finanziatori. Ma quali? Si ricorrerà sempre ad enti pubblici o si cercherà qualche forma mista?
Le ipotesi al vaglio sono molteplici, ma il futuro è tutt’altro che trasparente. Orlando parla di soluzioni da negoziare individualmente con le dieci cooperative. La speranza è che si possa trovare un compromesso vantaggioso sia per le casse dello Stato che per i detenuti, perchè sono questi ultimi i soggetti maggiormente penalizzati da questa vicenda. Il reinserimento nella società è, infatti, un loro diritto ed in quanto tale deve essere a pieno garantito.

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