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Istat: stabile il Pil italiano, impietoso il confronto con Stati Uniti e Gran Bretagna!

13 Febbraio 20153 min read

Le previsioni del Ministro dell’Economia Padoan fanno intravedere una luce in fondo al tunnel, ma il presente racconta un’altra storia.
A dispetto delle dichiarazioni del vertice del Mef, che vede un Pil attestabile attorno al +0,7% nei prossimi mesi, i dati riportati dall’Istat relativi all’ultimo trimestre del 2014 non sono di certo incoraggianti.
I mesi di Ottobre, Novembre e Dicembre hanno espresso gli stessi valori del trimestre precedente.
Non c’è, dunque, la tanto invocata crescita; forse bisogna gioire non ci sia stata un’ulteriore perdita in termini di punti percentuale del Prodotto Interno Lordo.

28102014Entrando nello specifico, hanno subito delle variazioni negative i comparti agricoli ed industriali, mentre il settore dei servizi ha visto aumentare i propri valori.
Come evidenziato più volte in questi giorni, la crisi della domanda interna è stata in qualche modo compensata dalla crescita della domanda estera.
L’export rappresenta in questo periodo storico una delle poche ancore di salvezza dell’economia italiana e come tale va sfruttata, investendo sui prodotti maggiormente richiesti sui mercati esteri.
La valorizzazione del “made in Italy” deve essere l’asse portante della strategia commerciale italiana nei prossimi mesi. Expo 2015 può rappresentare, da questo punto di vista, una risorse importante per il nostro paese in termini di visibilità.

Ma torniamo ai dati comunicati dall’Istat. Preoccupa più di ogni altra cosa il trend assunto dal Prodotto Interno Lordo italiano su base annua. Rispetto al medesimo trimestre dell’anno 2013, il Pil ha perso -0,3 punti percentuale. E le variazioni negative consecutive ammontano ormai a tredici.
Dobbiamo tornare indietro all’ultimo trimestre del 2011 per vedere un segno + nell’economia italiana.
Questi numeri devono farci riflettere: è ormai troppo tempo che l’Italia vive una situazione di stagnazione.
Vedremo se le riforme attuate e quelle programmate serviranno ad invertire la tendenza.
Per adesso il confronto con i colossi mondiali è impietoso. Come riporta l’Istat, nello stesso periodo il Pil statunitense è in crescita dello 0.7%, mentre quello britannico ha una variazione positiva dello 0,5%.
Il valore tendenziale è ancora più emblematico, visto che il Prodotto Interno Lordo di Usa e Gran Bretagna presenta una crescita rispettivamente del +2,5% e +2,7%, segno che la crisi economica internazionale può definirsi superata.
Spetta alle istituzioni europee e a quelle nazionali adottare le misure adeguate per riprendere il percorso di crescita interrotto ormai da troppi anni.

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