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Cgia di Mestre: da inizio crisi persi quasi un milione di posti di lavoro

28 Luglio 20152 min read

In queste ore sta facendo discutere l’analisi del Fmi sul mercato del lavoro dell’Eurozona. Secondo il Fondo Monetario Internazionale il livello occupazionale del nostro paese potrà tornare uguale a quello pre-crisi solamente tra vent’anni.

@B

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Parole che hanno fatto scalpore e hanno scatenato anche la reazione del Mef secondo il quale il Fmi non ha preso in considerazione le riforme strutturali intraprese dal Governo che dovrebbero portare ad una più veloce diminuzione del tasso di disoccupazione.
Difficile fare delle previsioni precise a riguardo; certamente gli effetti positivi del Jobs Act tardano ancora ad arrivare come ha evidenziato l’Istat nelle ultime rilevazioni sulla disoccupazione in Italia.
È possibile, al contrario, fare un bilancio di quanto accaduto al mercato del lavoro italiano dall’inizio della crisi.
La Cgia di Mestre ha effettuato questo tipo di analisi, rilevando che nel periodo post crisi l’Italia ha perso 932mila posti di lavoro. Un numero enorme che pesa soprattutto sul Sud Italia.

Sono 580mila gli occupati in meno nel Mezzogiorno: in valori assoluti le regioni che hanno visto le maggiori perdite di posti di lavoro sono state la Sicilia (-168.000), la Campania (-129.000) e la Puglia (-100.000).
In termini percentuali, invece, la maggiore variazione negativa la troviamo in Calabria. Dal 2008 al primo trimestre del 2015 nella regione calabrese c’è stata una perdita di posti di lavori stimabile attorno al -15,9%, seguita dal Molise (-13,9%) e Sicilia (-11,4%).
Le uniche regioni che hanno dei saldi positivi nel periodo post crisi sono Lazio (+88.000 posti di lavoro) e Trentino Alto Adige (+11.000).
Sempre secondo la Cgia di Mestre i settori maggiormente colpiti sarebbero stati quelli dell’edilizia, il manifatturiero ed il piccolo commercio per effetto soprattutto del crollo della domanda interna e della contrazione degli impieghi bancari.

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