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Bankitalia: necessari chiarimenti sulla riforma delle Bcc

1 Marzo 20162 min read

Il decreto legge sulle Banche di Credito Cooperativo ha ricevuto negli ultimi giorni diverse critiche. La stessa Banca d’Italia, per bocca del suo Capo Dipartimento della Vigilanza, Carmine Barbagallo, intervenuto in audizione alla commissione Finanze della Camera, ha espresso alcune perplessità. 

Occorre chiarire il carattere “eccezionale” della way-out – ha dichiarato Barbagallo – circoscrivere l’arco temporale e i requisiti patrimoniali delle Bcc che possono non aderire alla capogruppo, prevedere un bilancio consolidato conforme ai principi contabili internazionali e dotare la capogruppo di adeguati poteri di direzione e coordinamento“.
bcc barbagalloIl mondo della cooperazione si è mobilitato con forza, esprimendosi, in particolare, contro la norma sull’opting out, che consente alle Bcc con un patrimonio netto superiore ai 200 milioni di euro di uscire dal sistema del credito cooperativo e di trasformarsi in Spa, portando con sé le risorse indivisibili accumulate in anni di attività e di sgravi fiscali.
Una norma di questo tipo viola i principi cardine delle società cooperative, in particolare l’articolo 45 della Costituzione che “riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”.
In questi giorni è in corso in Parlamento la discussione sulla conversione in legge del decreto approvato il mese scorso, un confronto che dovrà portare necessariamente ad una revisione di alcuni meccanismi introdotti dall’esecutivo.
L’istituzione di un’unica holding, sotto forma di società per azioni, a capo del sistema del Bcc è una novità da valutare in maniera positiva, perché consentirà una maggiore condivisione dei rischi in caso di crisi.
Secondo Barbagallo, però, è necessario che “questa capogruppo venga dotata di adeguati poteri di direzione e coordinamento. La governance del gruppo deve favorire un miglior indirizzo delle attività e il controllo dei rischi delle singole Bcc, accompagnare il sostegno patrimoniale con corretti incentivi gestionali, prevenire l’azzardo morale”.

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