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Xylella, l’allarme della regione Puglia: il piano Ue potrebbe prevedere ulteriori eradicazioni

27 Aprile 20152 min read

L’allarme è stato lanciato qualche giorno fa dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. La prima bozza del piano dell’Unione Europea per difendersi dal virus Xyella prevederebbe lo sradicamento non solo delle piante affette dal batterio, ma anche di quelle situate nel raggio di cento metri dall’ulivo colpito da Xylella.
Qualora queste indiscrezioni dovessero essere confermate verrebbero arrecati ai produttori locali danni economici incalcolabili, per non parlare delle questioni di natura ambientalista, inevitabili quando si tratta di eradicare ulivi secolari.
L’intento dell’Unione Europea è evitare a tutti i costi la propagazione del virus. Per questo è disposta ad utilizzare tutti i mezzi in suo possesso. Del resto Stati come la Francia hanno dimostrato di voler fare sul serio, bloccando le importazioni dalle zone infette. L’Ue, quindi, deve intervenire e fungere da attore terzo.

06112014Nei giorni scorsi le istituzioni europee hanno chiesto alle autorità locali di fornire un report dettagliato sulla natura e l’entità della calamità naturale. Rapporto che non è stato ancora consegnato e che impedisce di fatto all’Unione Europea di intervenire in maniera fattiva, drenando delle risorse ai produttori colpiti.
Secondo quanto trapelato in queste ore, però, un sostegno di tipo economico arriverà. Non si conoscono ancora le modalità. Tra le ipotesi paventate c’è la possibilità di attingere la Fondo straordinario per le emergenze oppure aumentare i finanziamenti già in essere per i produttori di olio.
Tutto si deciderà nei primi giorni di questa settimana quando si riunirà il Comitato fito-sanitario. La speranza degli agricoltori pugliesi è che possano essere limitati gli sradicamenti e che si possa porre fine al blocco delle importazioni. L’Unione Europea starebbe, infatti valutando di circoscrivere tale divieto alle zone colpite dal virus e non a tutta la Puglia, con importanti eccezioni anche per i prodotti coltivati all’interno delle serre.

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