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Linarello (Goel): Rispondiamo alla depressione con la festa

18 Dicembre 20153 min read

Il danno è riparato, abbiamo fatto salti mortali per ricostruire tutto in un mese e mezzo. Ma ce l’abbiamo fatta, e vogliamo dimostrarlo. Per questo, alla faccia della loro depressione, facciamo festa“.
Con queste parole nel corso di un’intervista al portale Vita.it, Vincenzo Linarello, presidente del gruppo cooperativo Goel, parlo dello spirito che ha portato la cooperativa calabrese ad organizzare una festa, che si svolgerà domani a Monasterace, per inaugurare il nuovo trattore ed il capannone ristrutturato dopo l’attentato di stampo mafioso subito lo scorso 31 ottobre.

In soli 40 giorni l’agriturismo ‘A Lanterna è riuscito a ricostruire quanto era stato distrutto. Nonostante la velocità del processo di ristrutturazione, non è stato facile ripartire dopo quanto accaduto, spiega Linarello.
campus goelQuello di fine ottobre è addirittura il settimo attentato in sette anni ai danni del gruppo cooperativo calabrese. Le sue attività di turismo sostenibile, moda etica e soprattutto la produzione di arance, applicando il giusto prezzo nella vendita del prodotto, rappresentano un ostacolo alla gestione economica del territorio da parte del potere mafioso.
L’ennesimo attentato ha gettato inizialmente nello sconforto i membri della cooperativa. “Subire uno stillicidio del genere – ammette Linarello – ti butta a terra. Teniamo conto che nella galassia Goel non è l’unico caso. Quando succedono queste cose ti senti svilito e vuoi mollare. La reazione che siamo riusciti a innescare li ha tirati su e ora sono carichi e vogliono andare avanti”. Grazie al sostegno della società civile meridionale e alle donazioni volontarie, per un ammontare di 70.000 euro, Goel ha trovato la forza economica ed emotiva necessaria per ripartire.

Il capannone incendiato possedeva un’assicurazione; considerati, però, i tempi lunghi di liquidazione, il gruppo cooperativo ha concesso un prestito a tasso zero all’agriturismo, destinando parte delle risorse per la costituzione di un fondo per eventuali attentati futuri.
Un’ultima considerazione Vincenzo Linarello la dedica alla battaglia che la cooperativa calabrese sta conducendo contro la ‘ndrangheta. Non si tratta solo di affermare il principio di legalità, ma di dimostrare a tutti i produttori della zona che seguire il modello di Goel non è solo giusto, ma anche conveniente: “La loro ostinazione nel volerci colpire è un segno di debolezza. Hanno bisogno di dimostrare, vuol dire che stiamo mettendo in moto qualcosa di serio. Non sottovalutiamo la valenza simbolica di Goel Bio. I nostri soci, proprio coloro che erano vittime della ndrangheta, oggi sono i produttori che vengono pagati meglio in Calabria. Semplificando: se ti metti contro la ‘ndrangheta guadagni di più”  

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