In Italia nascono sempre meno bambini. Lo rivela l’Istat attraverso un’indagine destinata a rimanere nella storia del nostro paese.
Si perchè secondo i dati riportati dall’istituto di statistica, nel 2014 sono nati 509 mila bebè in meno rispetto al 2013.
Si tratta del record negativo per il nostro paese dopo l’Unità d’Italia, un trend che si ripete da anni e ci colloca sotto la media europea.
Il nostro numero medio di figli per ogni donna, infatti, è di 1,39, mentre quello europeo è di 1,58.
Numeri che rischiano di compromettere il ricambio generazionale. Nell’ultimo anno, infatti, a fronte di oltre 500mila nascite in meno, ci sono stati 600 mila decessi.
Il saldo complessivo tra nuovi nati e morti risulta essere positivo solo per merito dei neonati stranieri.
Le famiglie di origine straniera sono in generale più fiduciose verso il futuro: contribuiscono alle nuove vite per un 19% e hanno una media di 1,91 figli per ogni donna.
Il rischio, dunque, che ci siano sempre meno italiani è concreto (-125mila unità rispetto al 2013). L’Istat, però, avverte: quest’anno anche fra le famiglie straniere è diminuito il numero di nascite.
Gli scenari futuri, dunque, potrebbero vedere un rapporto nati/morti sempre più sbilanciato, a meno di improvvise inversioni di tendenza.
L’unico aspetto positivo riguarda la speranza di vita, in crescita nell’ultimo anno e attestabile a 80,2 anni per gli uomini e a 84,9 per le donne.
Se valutiamo, invece, il tasso di natalità regione per regione, notiamo che quello più alto è del Trentino Alto Adige con 9,9 nuovi nati ogni mille abitanti.
Il dato più eclatante riguarda, però, il Sud, tradizionalmente riconosciuta come la zona d’Italia con le famiglie più numerose. In realtà non è più così: il tasso di crescita nel Mezzogiorno è addirittura negativo (-1,1) ed inferiore a quello del Nord e del Centro (+1,3).
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