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Il Bonus bebè arriva in Gazzetta Ufficiale: requisiti e regole per ottenerlo

13 Aprile 20153 min read

Rilanciare i consumi per far ripartire gli investimenti. Ne abbiamo parlato più volte in questa sede a proposito del bonus Irpef e delle possibili misure contro la povertà.
Uno degli strumenti previsti dal governo Renzi che va in questa direzione è il cosiddetto “bonus bebè”. Contenuto all’interno della Legge di Stabilità , è entrato in vigore il 10 aprile quando il decreto attuativo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Si tratta, in sostanza, di una misura a sostegno delle famiglie con redditi relativamente bassi, che potranno così ricevere dei sussidi per ogni figlio appena nato e preso in adozione.
Ma conosciamo più da vicino quelle che sono le regole, i requisiti e le modalità di attuazione di questa misura.

27102014Possono richiedere il bonus bebè tutte quelle famiglie con un Isee inferiore a 25.000 euro. Per ogni figlio nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, spetta loro un assegno da 960 euro l’anno che corrispondono a 80 euro al mese.
Questa cifra raddoppia (160 euro al mese per un totale di 1.920 euro l’anno) per le famiglie che possiedono un reddito Isee inferiore ai 7.000 euro.
Per mantenere l’assegno devono essere rispettati i suddetti requisiti economici per tutti e tre gli anni di durata dell’interno. Sarà compito dell’Inps verificare eventuali divergenze rispetto a quanto dichiarato in fase di presentazione delle domanda e quindi successivamente revocare il bonus.
La somma spettante viene meno anche in caso di revoca dell’adozione, decadenza della responsabilità genitoriale, affidamento del figlio ad altre persone, affidamento esclusivo al genitore che non ha presentato la domanda.
Pubblicato il decreto, l’Inps ha quindici giorni di tempo per redigere i modelli attraverso i quali le famiglie potranno presentare la domanda.

I richiedenti avranno il diritto di ricevere l’assegno fin dal primo mese di nascita o di adozione del bambino, qualora presentino la domanda entro 90 giorni dall’avvenuto evento o dalla data di pubblicazione del decreto (10 aprile).
In caso contrario, l’assegno viene erogato solamente a partire dal mese in cui è stata fatta richiesta, perendo così i diritti sulle mensilità precedenti.
Da questo assunto emerge, dunque, che la somma verrà fornita dall’Inps mensilmente e non su base annua.
Ci sono, però, alcuni vincoli di natura finanziaria che l’ente previdenziale dovrà rispettare. Come riporta Repubblica, infatti, il Governo ha previsto uno stanziamento massimo di 202 milioni di euro per il 2015, 607 milioni il 2016, 1.012 milioni per il 2017 e per il 2018, 607 milioni per il 2019 e 202 milioni per il 2020.
Qualora si eccedesse tali somme su base annua, verrebbero bloccati i finanziamenti in attesa di eventuali nuovi stanziamenti.

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