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Swg: le cooperative per un mercato più equo

13 Giugno 20163 min read

Una ricerca di Swg, pubblicata sul quotidiano l’Unità, analizza le opinioni dei cittadini italiani sul mercato italiano e sul suo grado di liberalizzazione ed equità.

Alla domanda, infatti, su quale tipo di azienda potrebbe rendere un mercato più equo, il 28% degli intervistati ritiene sia necessario avere più cooperative, in quanto imprese in grado di garantire una maggiore partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali.

L’indagine offre alcuni risultati interessanti anche per il mondo cooperativo. Alla domanda, infatti, su quale tipo di azienda potrebbe rendere un mercato più equo, il 28% degli intervistati ritiene sia necessario avere più cooperative, in quanto imprese in grado di garantire una maggiore partecipazione dei lavoratori alle swg-cooperativedecisioni aziendali.
Solo il 20% ed il 17% degli interpellati indica, invece, le Srl e le Spa come forme giuridiche adatte per rendere il mercato più equo; il 35% (la maggioranza degli intervistati), invece, non sa o non risponde.
Non è scontato che oggi le coop vengano considerate come uno strumento di democrazia economica alla luce dei recenti scandali che hanno fatto precipitare il gradimento dell’opinione pubblica nei confronti delle imprese sociali. Esiste, però, ancora una parte dei cittadini che valuta positivamente i valori e le pratiche delle cooperative.
C’è ancora spazio, dunque, per costruire un racconto ed un’economia cooperativa autentica, che mostri come i principi veicolati possano trovare riscontro nella realtà.
La società contemporanea sente sempre più l’esigenza di un’economia comunitaria, un modello orizzontale che abbia come protagonisti i datori di lavoro, i lavoratori, le istituzioni e l’intera società civile.

La stessa indagine di Swg mostra come il 55% dei cittadini italiani consideri il mercato capitalistico odierno come chiuso in corporazioni, mentre solo il 14% ritiene sia aperto e dinamico.
Tra i settori maggiormente oligopolistici rientrano l’industria farmaceutica, i motori di ricerca, le banche e l’energia. Sono più aperti alla concorrenza, invece, l’agroalimentare, la manifattura, la moda ed il commercio.
Esiste, infine, un sempre più evidente distacco tra i cittadini ed gli imprenditori. Il 76% degli intervistati vede questi ultimi come sempre più interessati al profitto, mentre il 65% pensa che cerchino sempre l’aiuto dello Stato.
Il modello cooperativo, con le dovute e obbligate depurazioni, può garantire una maggiore integrazione a livello sociale, economico e aziendale. E questo una parte della società lo sa.

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