Economia partecipata, solidarietà, cooperazione: sono principi garantiti nella nostra Costituzione e rappresentano l’essenza dello spirito italiano.
Le tradizioni cattolica e comunista del nostro paese incarnano questi valori, tanto da trasferirli all’interno della nostra carta costituente.
L’economia moderna sembra aver ripreso questi principi, consapevole che l’accumulazione privata, il profitto fine a sé stesso e la speculazione finanziaria possono generare delle contraddizioni come dimostrato dalla crisi economica.
Il mondo ha bisogno di nuovi modelli di sviluppo; anche per questo motivo sono sempre più frequenti in Italia e nel Mondo gli esprimenti di sharing economy e co-working.
La presenza di una quantità limitata di risorse impone la creazione di modi di produzione che sfruttino le capacità collaborative degli uomini, condividendo risorse economiche, umane e sociali.
L’Italia da questo punto di vista può essere il punto di riferimento dell’economia partecipata, quanto meno su scala europea.
Sono tantissimi i progetti di sharing economy presenti sul territorio nazionale. Come riportato da Linkiesta sono 140 le piattaforme collaborative in Italia, iniziative volte a migliorare la qualità della vita delle comunità locali ed i processi aggregativi.
Ma sharing economy, è bene specificarlo, è anche e soprattutto cooperazione.
Le migliaia di cooperative presenti su tutto il territorio nazionale incarnano gli stessi valori promossi dagli esperimenti innovativi di economia collaborativa. La valorizzazione del territorio, l’impatto sociale e la redistribuzione delle risorse in alcuni casi sono ancora più forti.
Parliamo delle cooperative sociali che prestano assistenza agli anziani e ai migranti, ma anche di quelle effettuano promozione turistica e protezione ambientale o delle coop agricole che decidono di aggregarsi per remunerare meglio i propri soci.
La sharing economy parte proprio da qui: dalla tradizione centenaria delle cooperative italiane, perché i processi aggregativi e solidali in Italia hanno una storia molto antica.
La cooperazione, dunque, non può essere associata solamente agli scandali giudiziari e alla corruzione che colpisce a 360 grandi tutta la società civile nostrana. Deve essere, invece, un modello di riferimento per chi vuole fare impresa sociale e promuovere i valori della solidarietà, della mutualità e dell’economia collaborativa.
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