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La “Carta di Assisi”: il documento della cooperazione sociale contro Mafia Capitale

19 Giugno 20153 min read

Un no forte e perentorio alle false cooperative e alla corruzione. La campagna di Confcooperative e Federsolidarietà contro la degenerazione dei valori cooperativi prosegue spedita.
L’ultima tappa di questo percorso è Assisi, dove il 18 ed il 19 giugno si celebra il trentennale della prima convocazione dell’assemblea delle cooperative sociali di Confcooperative.
È un momento di festa ma anche “un laboratorio di partecipazione e di rilancio motivazionale” come sottolinea Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà, nell’intervento di apertura dell’evento.
La cooperazione rinnega le associate che sono state protagoniste dei recenti scandali giudiziari e anzi rilancia. Lo fa con delle proposte concrete, volte a rinnovare il settore, garantendone una maggiore trasparenza, e a migliorare il rapporto con le istituzioni e la pubblica amministrazione.

carta di assisiPer questo motivo dopo aver lanciato la campagna stopallefalsecooperative e la consenguente proposta di legge per intensificare i controlli contabili verso le imprese sociali, i cooperatori presenti ad Assisi hanno firmato la “carta di Assisi”.
Si tratta di un vero e proprio codice etico contro Mafia Capitale, nel quale vengono ribaditi i valori fondanti della cooperazione sociale e delineati i comportamenti che dovranno essere assunti in futuro nel rapporto con la base associativa.
Viene innanzitutto ribadito il principio della partecipazione democratica dei soci. La forma giuridica cooperativa si base sull’uguaglianza, la solidarietà e la democrazia economica. Ecco perché gli associati hanno il diritto di essere coinvolti nelle scelte dell’impresa.

La cooperazione deve, inoltre, valorizzare le persone ed il proprio territorio di riferimento. La mission sociale principale consiste proprio nel rispondere alle esigenze delle comunità locali, assicurando loro un futuro migliore in termini occupazionali e di servizi garantiti.
Grande importanza viene riservata ovviamente al tema della trasparenza e dei controlli all’attività delle cooperative. Queste ultime hanno l’obbligo di adottare forme di rendicontazione sociale, indicando nel bilancio i compensi forniti ad amministratori, dirigenti e collaboratori. Viene disciplinato, infine, il principio della collaborazione tra cooperative per evitare di arrecare danno ad altre imprese sociali, distinguendosi così dalle aziende che perseguono logiche concorrenziali.
L’impegno finale assunto dall’assemblea di Assisi è aprire un tavolo permanente con le istituzioni e la pubblica amministrazione per riformare il quadro normativo in materia di appalti e operare insieme per un’efficace riforma del Terzo Settore. Confcooperative e Federsolidarietà rappresentano senza dubbio un interlocutore imprescindibile, sia per il numero di associate, che per il tipo di contenuti riformatori proposti in questi mesi.

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