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Il nuovo Redditometro: cos’è e a cosa serve

23 Ottobre 20122 min read

Il nuovo redditometroC’è discrepanza tra il reddito dichiarato al fisco e il tenore di vita del contribuente?

Con il redditometro, scatta automaticamente l’invito da parte degli uffici finanziari al contraddittorio, preliminare all’avvio degli accertamenti; ma solo se l’incoerenza fra reddito dichiarato e spese sostenute supera il 20%!

Ma cos’è il redditometro e a cosa serve?

E’ lo strumento attraverso il quale il Fisco può stimare il reddito presunto di un contribuente, sulla base delle spese che quest’ultimo ha effettuato, grazie ad una serie di indici fissati a priori.

Il suo scopo è colpire chi effettivamente non paga le tasse o meglio chi omette di dichiarare redditi e poi ha un certo tenore di vita in realtà. Ad esempio, chi ha un veicolo con più di 21 cavalli fiscali, da 2080 cc di cilindrata in su, dovrebbe avere un reddito di 40 mila euro.

Il redditometro andrà a classificare i contribuenti in 11 tipologie (tra tipologia familiare e area geografica) e considera 100 voci di spesa, divise in 7 macro aree. Si avranno in questo modo 55 gruppi omogenei, così che medesimi acquisti fatti da diverse tipologie familiari, o di diverse aree geografiche, avranno pesi diversi.

Grazie ad una sentenza della commissione tributaria di Milano, che richiama il concetto di famiglia adottato in ambito penale, gli effetti della convivenza da matrimonio sono equiparati alla convivenza more uxorio, cioè i redditi della coppia vengono sommati.

Il contribuente avrà la possibilità di verificare da solo la propria situazione, mediante un software, e potrà dimostrare la comparabilità tra spese e reddito dichiarato prima che scattino i controlli; oppure dovrà esser in grado di giustificare le spese effettuate e dimostrare l‘origine delle proprie risorse finanziarie.

Ma se le spese sono compatibili con il reddito, non ci sono problemi” afferma Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate; infatti, se lo scostamento è lieve il Fisco NON interviene.

Saranno messe sotto la lente solo le persone fisiche (professionisti, dipendenti, pensionati, commercianti, artigiani, imprenditori individuali) e non anche le attività imprenditoriali.

Lo strumento di accertamento andrà in vigore dal 1° gennaio 2013, ma attenzione, perché lo stesso avrà valore retroattivo in quanto andrà a verificare i redditi a partire dal 2009, cioè dalle dichiarazioni presentate dal 2010 in poi.

 

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