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Descrivere o interpretare? Ne va la qualità della comunicazione

30 Maggio 20122 min read

Uno dei maggiori ostacoli ai fini di una buona comunicazione, ivi compresa la dimensione dell’ascolto attivo, sta nella difficoltà di riuscire, nel colloquio con l’altro/a, a fare una netta distinzione tra la rilevazione oggettiva e l’attribuzione soggettiva: in altre parole, essere capaci di distinguere ciò che appartiene alla sfera descrittiva (di una persona, di un avvenimento, di una determinata situazione) da quella interpretativa.

comunicare bene pubblicoLa differenza non è di poco conto in considerazione che, da come il nostro interlocutore si sente oggettivamente o soggettivamente descritto, ne discendono importanti implicazioni sulla possibilità di sviluppare un dialogo che faciliti la comunicazione da entrambe le parti.

Il criterio dell’oggettività, fa riferimento a dati incontrovertibili, sicuramente descrittivi: non si prestano a malintesi giacché “fotografano”, rilevano, in quel preciso istante una persona, un fatto, un contesto.

Il criterio dell’attribuzione soggettiva, invece, fa affidamento alla percezione: agli schemi mentali che ciascuno nel tempo si è costruito e che, pertanto, risentono di ogni tipo di distorsione.

Facciamo un esempio.

Dire ad un giovane: “vedo che indossi jeans strappati, una maglietta rossa con l’immagine del Che, i capelli raccolti in treccine rasta, mi chiedo quale significato attribuisci a questo modo di vestire” è cosa ben diversa da un’espressione del tipo: “vedo che indossi jeans strappati, una maglietta rossa con l’immagine del Che, i capelli raccolti in treccine rasta, ad atteggiarti da giovane studente politicamente impegnato”.

Nel primo caso, unicamente descrittivo, il nostro interlocutore sarà ben lieto di proseguire il colloquio: ci siamo limitati a rilevare il suo modo di vestire senza interpretarlo, non attribuendo cioè significato alcuno a quell’abbigliamento. Cosa che, invece, accade nel secondo caso per via dei nostri schemi mentali, lasciando spazio alla nostra soggettività che, in quanto tale, risente di distorsioni percettive (è probabile che le ragioni di quel modo di vestire risiedano in altri motivi/circostanze): <la mappa non è il territorio>!

Nell’atto del comunicare facciamo attenzione a tutto ciò: le conseguenze, talvolta, potrebbero essere davvero disastrose.

 

 

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