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World Co-operative Monitor: i numeri delle maggiori cooperative mondiali

11 Novembre 20152 min read

Il Rapporto World Co-operative Monitor 2015, realizzato dall’Alleanza Cooperativa Internazionale (ICA) – con il supporto scientifico e tecnico dell’Istituto Europeo di Ricerca sull’Impresa Cooperativa e Sociale (Euricse) – elabora i dati sul fatturato, la dimensione , la collocazione geografica ed il settore di riferimento delle maggiori cooperative mondiali.
In questo modo è possibile valutare il trend di crescita del mondo della cooperazione, studiando i numeri delle principali coop a livello internazionale.

Questo studio prende in considerazione 2.829 cooperative di 76 paesi, per un fatturato totale nel 2013 di 2.950,82 miliardi di dollari, dato in crescita rispetto agli anni precedenti.
rapporto cooperazioneLe 300 maggiori cooperative mondiali presentano un fatturato di 2.360,05 miliardi di dollari, corrispondente all’80% del campione.
Ma quali sono i settori che ospitano le coop con il maggior fatturato?
Al primo posto c’è il settore delle assicurazioni (40% del totale), seguito dalle Industrie agricole e agroalimentari (32%), il Commercio all’ingrosso e al dettaglio (17%) e i Servizi bancari e finanziari (5%).
La coop che detiene in assoluto il fatturato maggiore si conferma la Zenkyoren (National Mutual Insurance Federation of Agricultural Cooperatives); dietro di lei troviamo l’ACDLEC – E.Leclerc (Francia), la State Farm (Stati Uniti), la Kaiser Permanente (USA) e il Rewe Group (Germania).
Se analizziamo, invece, il fatturato il rapporto al Pil pro capite del paese ospitante, al vertice della classifica troviamo due cooperative che operano nel campo dell’agricoltura e dell’alimentazione ovvero l’Indian Farmers Fertiliser Cooperative Ltd (India) e l’Nh Nonghyup (Corea del Sud).
Il settore dell’agroalimentare, nello specifico, fa registrare un aumento del fatturato delle 30 principali coop, da 328,42 miliardi di dollari nel 2011 a 410,53 miliardi di dollari nel 2013.
Lo strumento cooperativo dimostra, dunque, ancora una volta di saper reggere l’impatto della crisi e di mantenere pressoché inalterati i propri livelli occupazionali ed il proprio volume d’affari.
Più difficile è sicuramente la situazione delle piccole imprese cooperative, specie nel campo dell’agricoltura, dove la presenza di un mercato sempre più globalizzato e la crisi dei consumi le ha portate a ridurre la propria attività se non addirittura a chiudere i battenti.

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