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Workers buyout: le imprese rinascono con il cuore dei lavoratori

7 Maggio 20214 min read

Confcooperative, Legacoop e AGCI hanno firmato un accordo con i sindacati Cgil, Cisl e Uil per promuovere lo strumento dei workers buyout in Calabria. Il protocollo, siglato nel mese di gennaio, rappresenterà un’importante ancora di salvataggio per diverse realtà aziendali e tantissimi lavoratori che hanno patito la crisi innescata dalla pandemia.

Il workers buyout per tutelare il lavoro e le persone

La tutela del lavoro e delle persone è il perno dell’accordo sui WBO che è stato presentato oggi nel corso del webinar “Le imprese rinascono con il cuore dei lavoratori”

“L’obiettivo è rendere al più presto operativo questo strumento – sottolinea Maurizio De Luca, responsabile regionale di Produzioni & Servizi Legacoop Calabria per conservare i posti di lavoro e dare continuità alla produttività e al patrimonio delle imprese. Saranno centinaia le aziende costrette a chiudere i battenti per la pandemia e saranno migliaia le persone che perderanno il lavoro in Calabria. Ecco perché i workers buyout possono essenza una soluzione”. 

Il problema del ricambio generazionale delle proprietà industriali

In Calabria, come nel resto d’Italia, diverse importanti realtà industriali non riescono ad avere un buon ricambio generazionale. Sono tante, infatti, le imprese protagoniste di un vero e proprio tracollo alla seconda e terza generazione di proprietà industriale. E il futuro non sembra essere migliore. Secondo la Commissione europea nei prossimi cinque anni circa 80mila aziende italiane entreranno in crisi per problemi di ricambio generazionale. 

Una situazione potenzialmente drammatica dal punto di vista sociale. I workers buyout nascono proprio con l’obiettivo di evitare le tensioni sociali e di creare una realtà imprenditoriale che sia un punto di riferimento stabile per i territori.

“L’esperienza dei WBO è più che trentennale – dice Maurizio De Santis, esperto senior WBO Legacoop Nazionale – e ha consentito il salvataggio di oltre 350 imprese e di quasi 19mila posti di lavoro. Grazie ai workers buyout è stato possibile anche il rilancio di alcune aziende confiscate alla criminalità organizzata”. 

L’accordo tra le organizzazioni datoriali delle cooperative calabresi e i sindacati darà ulteriore impulso ad uno strumento sul quale stanno investendo non solo Legacoop, Confcooperative e Agci, ma anche il governo centrale e le regioni. Lo Stato, infatti, ha finalmente compreso il carattere virtuoso ed efficiente di queste operazioni di politica industriale e in regioni come il Veneto e la Toscana sono in forte crescita gli investimenti regionali sulla riconversione delle aziende in crisi tramiti i workers buyout. 

Più informazione e formazione per i lavoratori

La Calabria, invece, è ancora indietro. Come ha sottolineato Rocco Sicoli, vice-presidente di Confcooperative Calabria, i lavoratori calabresi non conoscono le opportunità offerte dai WBO o addirittura hanno informazioni inesatte sui rischi effettivi e sul capitale da investire per la formazione di workers buyout.

Sarà allora fondamentale investire su una corretta informazione dando la possibilità, ad esempio, alle organizzazioni datoriali e ai sindacati di avere funzioni di tutoraggio sugli aspetti legali durante le crisi aziendali. Ma non basterà solo questo. Sarà necessario, infatti, scommettere sulla formazione dei lavoratori, creando così quelle competenze uniche e richieste dal mercato fondamentali per mantenere in vita un’azienda anche quando la proprietà industriale decide di fare un passo indietro. 

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