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Welfare: le cooperative sostengono la nuova riforma del governo Meloni che garantisce assistenza domiciliare ai malati anziani.

6 Aprile 20233 min read

La recente riforma del sistema di welfare italiano è destinata a rivoluzionare la cura degli anziani non autosufficienti nel nostro Paese.

Disegnare il nuovo sistema sanitario applicando i risultati ottenuti dal quadro europeo di riferimento, significa modellare il welfare secondo l’evoluzione della popolazione italiana, tenendo conto che negli ultimi anni è invecchiata rapidamente, con il numero di anziani che rappresentano il 23% della popolazione complessiva e nel 2050 si prevede che questo numero salirà al 35%.

Giuseppe Milanese, presidente di OSA (Operatori Sanitari Associati), la più grande cooperativa nel settore socio-sanitario, chiarisce quali sono i punti principali e le novità riguardanti la riforma del nuovo Welfare attuato dal governo Meloni. 

Al centro di questa legge appena approvata, vi è il diritto degli anziani di ricevere le cure più appropriate negli ambienti che gli sono familiari, spostando il fulcro dell’attenzione sulla dignità e sui diritti dei pazienti. «Abbiamo lasciato per troppi anni gli anziani da soli- sottolinea Milanesi– ad affrontare i problemi sanitari, spesso con famiglie impreparate. La vera sfida non è rappresentata dalle malattie acute, ma dalla cronicità di tante patologie che richiedono assistenza e cure continue».

Il governo italiano prevede di finanziare il nuovo programma sia con il PNRR che con i fondi già stanziati dal governo precedente. Inoltre, aggiungendo il Fondo nazionale per le politiche sociali e il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, si prevede di spostare le risorse dal contrasto alla povertà al supporto dei non autosufficienti. 

Ora che la legge è passata ci sono risorse da allocare. In particolar modo occorre pensare a come formare in maniera adeguata gli operatori sanitari, nucleo fondamentale per il successo di questa nuova campagna. «Gli operatori- evidenzia Milanesi– devono sviluppare competenze tecniche tanto quanto educarsi a quella attitudine necessaria a prendersi cura degli anziani. Mi auguro che nel giro di un anno si possano avere risorse per la formazione. Dalle proiezioni che abbiamo realizzato, a livello nazionale sono necessari almeno 100 mila operatori per assistere a domicilio un totale di un milione e 80 mila pazienti, così evitando anche ricoveri ospedalieri impropri». 

La riforma rappresenta un passo in avanti essenziale, garantendo agli anziani il sostegno adeguato nella loro quotidianità e svolgerà un ruolo importante nell’economia nazionale, salvaguardando la stabilità economica, riducendo le pressioni sulle casse dello stato insieme ai costi sociali.

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