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Spesa delle famiglie: Calabria fanalino di coda, in aumento consumi di frutta e verdura

7 Luglio 20162 min read

La spesa media delle famiglie italiane nel 2015 ammonta a 2.499,37 euro al mese, con un aumento dello 0,4% rispetto al 2014 e dell’1,1% nei confronti del 2013. 

A comunicarlo è l’Istat, che rileva, però, allo stesso tempo, come ci siano delle grandi differenze territoriali. Basta confrontare i dati di Calabria e Lombardia per spese condominialirenderci conto di come, nonostante ci sia una timida ripresa dei consumi, persistano delle disparità geografiche piuttosto preoccupanti.
La spesa media delle famiglie calabresi, infatti, è di 1.729,20 euro al mese, ben 1.300 euro in meno rispetto al livello di spesa dei nuclei familiari lombardi.
Lombardia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna, nello specifico sono le regioni con la spesa media mensile più elevata (rispettivamente, 3.030,64, 3.022,16 e 2.903,58 euro).

È interessante, però, analizzare anche altri aspetti dell’indagine dell’Istat.
Uno di questi è l’impatto della crisi sulla spesa, soprattutto alimentare, che ha portato i cittadini italiani a tentare di risparmiare. Il 53,8% delle famiglie prova a limitare gli acquisti di generi alimentari, il 63,2% risparmia su abbigliamento e calzature, mentre solo il 20,3%, per ovvie ragioni, cerca di risparmiare sulla sanità.
L’aumento del reddito disponibile, dunque, non è riuscito a far ripartire in maniera spedita i consumi. C’è ancora il timore diffuso tra gli italiani che la ripresa economica non sia definitiva e questo li porta semmai ad aumentare la propria propensione al risparmio.
Se analizziamo, infine, la composizione della spesa delle famiglie italiane, notiamo come ad aumentare sia quella alimentare (441,50 euro al mese  e +1,2% sul 2014), quella per servizi ricettivi e di ristorazione (+11%, da 110,26 a 122,39 euro, dopo due anni di calo), e le spese per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (+4,1%, 126,41 euro).
Diminuisce, invece, la spesa per le comunicazioni (-4,2%).
Dando, infine, uno sguardo più dettagliato sugli acquisti di generi alimentari, balza all’occhio la stabilità rispetto al 2014 del settore della carne, che dunque non ha subito più di tanto l’allarme dell’Oms.
Bene, invece, la frutta (+4,5%) e acque minerali, bevande analcoliche, succhi di frutta e verdura (+4,2%).

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