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Scuola: in arrivo l’assunzione di migliaia di precari. Scelta giusta?

16 Febbraio 20154 min read

Viene definita come la più grande “stabilizzazione di precari” nel settore della scuola: quella che ha in mente Matteo Renzi rischia di diventare una manovra estremamente discussa con effetti di grande rilievo sull’intero sistema scolastico.
Il 27 febbraio dovrebbe essere approvato in Consiglio dei Ministri un decreto che sancirà l’assunzione di circa 140mila insegnanti.
Il Ministero dell’Istruzione sta ancora studiando le modalità di un provvedimento dalla dimensioni mastodontiche.
Ma c’è chi esprime il proprio parere negativo. Tra questi c’è la Fondazione Agnelli, che attraverso un documento redatto in questi giorni esprime tutto il suo disappunto.

La “maxi-assunzione” dei precari non rispetterebbe, secondo la Fondazione, i canoni di qualità dell’insegnamento. Non vengono analizzati, infatti, i singoli profili professionali e non si valuta neppure il percorso svolto dai candidati.
Ci sono molti soggetti, presenti in graduatoria, che nel frattempo hanno intrapreso nuove strade e adesso potrebbero decidere di accettare il nuovo posto di lavoro, alettati da un contratto a tempo indeterminato.
Niente corsi di professionalizzazione o esperienza sul campo, il tutto a discapito della qualità della didattica.

Difficile dare torto alla Fondazione Agnelli. Certamente il mondo dei precari del settore scolastico aveva bisogno di una scossa dopo anni di immobilismo. Immobilismo che potrebbe ripresentarsi, però,  nei prossimi anni.
Una volta effettuate, infatti, tutte queste assunzioni, sarà difficile inserire i neo-laureati all’interno del sistema.
Si rischia così di creare un settore poco flessibile, di scarsa qualità e poco funzionale alle esigenze della scuola.
Ci sono alcune cattedre letteralmente scoperte e determinate zone geografiche che manifestano gravi carenze di insegnanti.
Il rischio è un sovraffollamento di professori in territori circoscritti ed in materie specifiche.
Ma poniamo alcuni esempi concreti.

 

classe-banchiCi sono oltre 3.000 insegnanti in graduatoria di economia e materie giuridiche. In questo momento il fabbisogno di questa classe è limitato a circa 200/400 unità.
Per avvantaggiare il turnover in questo settore, il ministro dell’Istruzione Giannini inserirà nelle scuole superiori l’insegnamento di queste materie per una o due ore a settimana.
La situazione è ancora più complessa per le cattedre di matematica. Mentre per le materie letterarie c’è un eccesso di offerta, non si può dire lo stesso per quelle scientifiche, in particolar modo per la matematica.
In questo caso la richiesta di cattedre è superiore alla disponibilità, ragion per cui è difficile attuare un turnover effettivo. Più in generale c’è un deficit degli studenti italiani nelle materie scientifiche che andrà affrontato attraverso una maggiore qualità dell’insegnamento.

Gli scompensi dati dalle nuove assunzioni sono estesi anche ai singoli territori. La maggior parte dei precari, infatti, verrà assunta al Sud, basti pensare che solo in Sicilia ci sono oltre 20 mila precari.
Questa cifra cozza con il numero di studenti nel Mezzogiorno, dato in netto calo in base alle ultime elaborazioni.
La scelta del Governo, allora, dovrebbe essere di dirottare questi insegnanti verso le zone più svantaggiate del Sud, provando ad incentivare la qualità anche nei territori più disagiati.
Bisogna chiedersi, però, se di vera qualità trattasi. Su questo il Governo dovrà interrogarsi ed attuare la “mega-assunzione” con modalità che valutino i singoli profili professionali e le effettive esigenze territoriali.

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