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Salario minimo, Alleanza delle cooperative: garanzie sulla rappresentanza e maggiori controlli

19 Maggio 20233 min read

Il dibattito sul salario minimo è sempre più acceso, soprattutto alla luce della recente direttiva europea. l’Alleanza delle cooperative ha espresso la sua posizione sulla questione, sostenendo che l’obiettivo di garantire livelli minimi di retribuzione dignitosi per i lavoratori debba essere raggiunto mettendo al centro i contratti collettivi nazionali “leader”.

Secondo Sabina Valentini, Capo servizio sindacale e giuslavoristico di Confcooperative, è importante sostenere e praticare il principio della centralità del ccnl leader, che definisce il trattamento economico minimo. Valentini ricorda che nel 2008, insieme al governo e ai sindacati CGIL, CISL e UIL, l’Alleanza delle cooperative ha imposto l’applicazione solo per i suoi soci lavoratori dei trattamenti minimi contrattuali previsti dalla contrattazione leader. Questo fu un embrione di una misura su un minimo di una misura salariale previsto da contratto che potrebbe essere applicata erga omnes. Valentini auspica che l’obbligo di imporre minimi salariali tramite la contrattazione collettiva venga esteso anche ai lavoratori dipendenti, e esteso il più possibile.

La contrattazione collettiva è l’autorità salariale, lo è stata fino ad oggi, per tale ragione Valentini auspica che continui ad esserlo.

Tuttavia, aggiunge Valentini: “Bisogna incentivare i controlli e la vigilanza, altrimenti nessun minimo ha senso: non è affatto detto che se introducessimo una soglia per legge otterremmo dei risultati, perché gli stessi soggetti che oggi sfruttano il lavoro non applicando la contrattazione collettiva leader, non applicherebbero il salario minimo per legge. Abbiamo l’impressione che un salario minimo per legge potrebbe diventare illusorio”.

Secondo Valentini, il tema di fondo è la misurazione della rappresentanza sindacale. Se non si mette concretamente mano al concetto di misurare la rappresentanza che determina gli attori negoziali, che stipulano contrattazione leader, non si potrà uscire dalla situazione attuale. Inoltre, Valentini esprime la preoccupazione che un salario minimo per legge potrebbe determinare anche qualche fuga dai collettivi nazionali applicati, che garantiscono un trattamento economico minimo costituito da varie voci.

Ci preoccupa infine che un salario minimo per legge potrebbe determinare anche qualche fuga dai contratti collettivi nazionali applicati, i quali garantiscono un trattamento economico minimo che è formato da tante voci, non solo dal minimo orario, e che lo rendono non solo più sostanziale ma anche più equo: permessi retribuiti, ferie, mensilità aggiuntive, tutto questo fa parte del trattamento economico minimo. Tutte garanzie per i lavoratori da cui un salario minimo per legge potrebbe indurre alcune imprese a scappare. È chiaro dunque che il tema è far applicare il contratto collettivo, e su questo invochiamo una maggiore vigilanza, nel nostro preciso interesse”

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