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Rapporto Coop 2016: italiani sempre più smart e primi nell’utilizzo della sharing economy

9 Settembre 20163 min read

Gli italiani sono sempre più poveri e più vecchi. La crescita delle diseguaglianze economiche e sociali, la disoccupazione elevata e l’invecchiamento demografico sono problemi reali, confermati dall’Istat e da tanti altri studi in questi campi. 
Anche il Rapporto Coop 2016 evidenzia tali problematiche, ma mette in luce anche altri aspetti che servono a rendere più completo il quadro sugli italiani, la loro situazione economica le loro scelte di consumo.

Dall’indagine emerge, ad esempio, che il consumatore italiano è estremamente attento alla linea (siamo i più magri d’Europa), alla salubrità degli alimenti e a smart workingtutto ciò che è eco-sostenibile.
Prediligiamo il cibo più salutare, basti pensare che negli ultimi sei anni i consumi di carne rossa sono diminuiti del 13% e c’è da credere che siano destinati a diminuire ulteriormente dopo l’allarme dell’Oms; di converso ci avviciniamo sempre di più al cibo etnico (+8% nei primi sei mesi del 2016) e preferiamo lo zucchero di canna a quello raffinato, ingredienti come lo zenzero ed il cibo bio, la cui crescita sfiora la doppia cifra.
Le tematiche della salute e della sostenibilità ambientale sono diventate, dunque, all’ordine del giorno nel nostro Paese e porteranno di qui ai prossimi anni ad un radicale cambiamento nelle scelte dei consumatori, sempre più attenti alla provenienza del cibo (siamo quelli che guardano di più le etichette) piuttosto che al prezzo.

Ma c’è un aspetto aspetto che contraddistingue gli italiani ed è la tecnologia. Nonostante il digital divide sia ancora un problema di assoluto rilievo, che abbraccia soprattutto la sfera economica, il consumatore nostrano è tra i più smart ed innovativi d’Europa.
Nel 2015 sono stati venduti in Italia ben 15 milioni di smartphone (solo i giapponesi utilizzano il cellulare più di noi) e 100.000 droni.
Più volte in questa sede abbiamo sottolineato come l’Internet delle cose e la sharing economy possano diventare (con le dovute eccezioni e la giusta regolamentazione) due risorse per il nostro Paese. Lo pensano evidentemente anche gli italiani. Siamo primi in Europa, infatti, nell’uso delle piattaforme di sharing economy (5% degli italiani), dichiarandoci aperti a nuove forme di produzione del valore e di condivisione delle risorse.
In questo momento in Italia sono attive 120 piattaforme di economia collaborativa, utilizzate da 3 milioni di cittadini ed il 30% degli intervistati dichiara di voler sperimentare nei prossimi mesi una delle piattaforme operative nel nostro Paese.

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