La Corte di Giustizia europea ha dato il via al procedimento contro l’Italia per il mancato rispetto del regime delle quote latte.
Le norme europee sul mercato lattiero-caseario sono state introdotto dalla comunità europea nel 1984 per risolvere il problema della sovra-produzione (il regime è terminato nel 2015). Ciascun Paese membro doveva produrre una quantità annua di latte predeterminata; in caso di superamento della soglia il Paese in questione era obbligato a far pagare una multa agli allevatori colpevoli di non aver rispettato i limiti.
Secondo la Commissione, negli ultimi vent’anni, l’Italia ha versato nelle casse di Bruxelles 2,3 miliardi di euro per aver oltrepassato puntualmente ogni anno la quota stabilita. Di questi 2,3 miliardi, 1,7 non sono stati ancora rimborsati dai produttori che hanno compiuto la violazione. Per questo l’Italia è accusata di inadempimento, per non aver assolto adeguatamente al proprio compito di gestione del recupero dei prelievi per la sovrapproduzione di latte e per avere così violato la libera concorrenza.
Nel 2013 Bruxelles ha messo in mora il nostro Paese e successivamente ha avviato una procedura d’infrazione nei suoi confronti. Non avendo rilevato alcun passo in avanti dell’Italia nel processo di recupero, la Commissione Europea ha deferito l’Italia, portandola difront alla Corte di Giustizia europea, dove ci sarà l’ultimo atto di questa vicenda.
Qualora, come probabile, i giudici dovessero dare ragione alla Commissione, il nostro Paese rischia delle sanzioni molto pesanti.
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