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Quantitative easing: i dettagli del piano monetario della Bce e le stime sul PIl europeo!

6 Marzo 20153 min read

È il 9 marzo il fatidico giorno d’inizio del quantitative easing. A comunicarlo è Mario Draghi, presidente della Bce, al termine del consiglio direttivo svoltosi a Cipro.
Il vertice dell’Eurotower ha spiegato modalità, tempi ed obiettivi della misura eccezionale di politica monetaria, un intervento che molti definiscono storico per l’entità delle risorse dispiegate e per il protagonismo (inedito) che svolgerà la Banca centrale europea.

Partiamo, innanzitutto, dalla quantità di denaro che verrà immesso sul mercato. Si tratta di 60 miliardi di euro ogni mese per un totale di 1140 miliardi. La durata dell’intervento, infatti, dovrebbe essere almeno fino a settembre 2016, ma potrebbe anche prolungarsi.
L’intento della Bce è riportare l’inflazione su livelli vicini al 2%. Al momento i prezzi al consumo si attestano su standard negativi (-0,3%) e le previsioni per il 2015 vedono un’inflazione vicina allo zero. Solo nel 2016 ci dovrebbe essere un rialzo dei prezzi che li dovrebbe portare l’inflazione, secondo gli economisti della Bce, al +1,5%.
A quel punto i vertici si potrà valutare se proseguire con il Qe o interrompere l’acquisto di titoli di stato nel mese di settembre.

draghiVeniamo, invece, alle modalità d’acquisto e alla ripartizione dei rischi tra i vari paesi, che sono probabilmente gli aspetti più problematici. Le singole banche centrali potranno acquistare titoli di stato, cartolarizzazioni, bond garantiti e obbligazioni di istituzioni europee, la cui durata che può variare dai 2 ai 30 anni.
La quota di acquisto dei singoli paesi dipende dalla partecipazione di ciascuno al capitale della Bce. L’Italia, per fare un esempio, partecipa per un 12,3%, dunque avrà a disposizione circa 7,4 miliardi al mese sul totale di 60 previsti.
In realtà ci sarà una maggiore flessibilità nel calcolo della spesa mensile: le banche potranno sforare in determinati mesi,pur d ottenere un più “agevole sviluppo del programma”.
I rischi, invece, saranno ripartiti solamente per un 20% fra tutti gli stati, mentre il restante 80% graverà sulle singole banche nazionali.
Quest’ultima linea direttiva è stata fortemente voluta dalla Germania, che mai avrebbe accettato una misura di politica monetaria espansiva che gravasse sull’intera eurozona. Con questa modalità, invece, il 12% dei rischi riguarderà le obbligazioni emesse dalle istituzioni europee e l’8% interesserà i titoli nazionali.

Secondo Mario Draghi, il Quantitative easing stabilizzerà l’economia europea, rendendo l’euro una moneta più forte e velocizzando la crescita del Pil. L’annuncio del Qe ha provocato una spinta positiva sui mercati, permettendo inoltre alla Bce di rivedere in positivo le stime sul Prodotto Interno Lordo europeo.
Le previsioni, adesso, vedono un Pil in crescita del +1,5% nel 2015, +1,9% nel 2016 e del 2,1% nel 2017.

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