Now Reading: Popolari, Pmi innovative e start up: tutte le misure dell’Investment compact approvato oggi alla Camera

Loading
svg
Open

Popolari, Pmi innovative e start up: tutte le misure dell’Investment compact approvato oggi alla Camera

12 Marzo 20153 min read

Con 290 sì, 149 no e 7 astenuti è passato alla Camera il decreto sull’Investment compact.
Si tratta di un provvedimento che interviene nel settore delle imprese, provando a rilanciare gli investimenti.
Tra le misure contenute nel decreto, la più discussa riguarda senza dubbio la riforma delle banche popolari con attivo superiore a otto miliardi di euro.
Allo stato attuale vige il principio del voto capitario (una testa un voto) che dà enorme potere anche ai piccoli soci. La riforma prevede che entro 18 mesi gli istituti bancari coinvolti modifichino il proprio statuto, eliminando il voto capitario e trasformandosi in società per azioni.
Sono dieci le Popolari interessate dal provvedimento: Banco Popolare, Ubi Banca, Popolare Emilia Romagna, Popolare di Milano, Popolare di Vicenza , Veneto Banca, Popolare di Sondrio; tra le non quotate ci sono il Credito valtellinese, la Popolare di Bari e la Popolare dell’Etruria e del Lazio.

Cooperative EdiliI dieci istituti bancari appena citati avranno appunto 18 mesi di tempi per modificare il proprio statuto. Qualora ciò non avvenisse la Bce, su segnalazione di Bankitalia, revocherà loro l’autorizzazione per l’esercizio di attività bancarie e verrà disposta la liquidazione coatta amministrativa.
L’intento del Governo attraverso questo provvedimento è snellire il processo decisionale all’interno delle popolari, troppo spesso sottoposto ai veti dei migliaia di soci, e permettere a chi possiede quote di maggioranza di avere una maggiore influenza nelle scelte da adottare.

L’Investment compact, però, non contiene solo la tanto discussa riforma delle Popolari, ma anche una serie di strumenti per rilanciare le imprese in difficoltà e le Pmi.
È stata disposta, innanzitutto, la creazione di una società per azioni per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle aziende in crisi. Il provvedimento è rivolto in particolare a tutte quelle imprese che “nonostante temporanei squilibri patrimoniali e/o finanziari, siano caratterizzate da adeguate prospettive industriali e di mercato“.
Potrà partecipare al fondo per le aziende in crisi qualsiasi tipo di investitore, sia istituzionale che professionale.
In questo modo si vogliono aiutare quelle realtà in difficoltà per colpa della recessione, ma che in prospettiva futura possono presentare importanti margini di crescita.

Nel decreto legge trovano, infine, un posto rilevante start up e Pmi. Vengono allargate le agevolazioni fiscali per chi decide di investire nelle start up. In precedenza, per poter usufruire degli sgravi, la start up in questione doveva essere nata da meno di quattro anni; adesso il limite temporale viene esteso a cinque.
Viene introdotta, inoltre, una nuova categoria che è quella delle Pmi innovative. Le piccole e media imprese che investono in innovazione e tecnologia potranno usufruire delle stesse agevolazioni fiscali delle start up, purché siano costituite sotto forma di società di capitale, anche cooperative, ed operino sul mercato da meno di sette anni dalla loro vendita commerciale.

Sostieni la voce libera della cooperazione

Cari lettori e sostenitori della cooperazione,

Cooperative Italia è nato con una missione chiara: offrire una piattaforma informativa dedicata ai temi della cooperazione, economia, lavoro, agricoltura, terzo settore, innovazione sociale e innovazione d'impresa. Da sempre, ci impegniamo a fornire contenuti accurati, approfonditi e imparziali, perché crediamo in un media libero e indipendente.

Se condividete la nostra visione e la nostra passione, vi invitiamo a sostenerci. Ogni contributo, anche il più piccolo, fa la differenza.

svg

What do you think?

Show comments / Leave a comment

Leave a reply

svg