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Pensioni: cos’è l’Ape e come funzionerà

5 Maggio 20163 min read

Nel corso dell’appuntamento settimanale con #MatteoRisponde, la diretta Facebook e Twitter nel corso della quale il Primo Ministro Matteo Renzi risponde alle domande degli utenti, il premier ha annunciato un intervento sulla flessibilità in uscita nella prossima Legge di Stabilità. 

E si parla già del nome di un provvedimento che dovrebbe consentire agli over 63 di andare in pensione nonostante non abbiano ancora maturato i requisiti anagrafici previsti dalla Legge Fornero.
pensioni-apeSi chiamerà Ape (Anticipo Pensionistico): c’è già il simbolo e il logo – ha dichiarato il Primo Ministro -. Ci sta lavorando Nannicini: con la stabilità del 2017 si potrà anticipare, con una decurtazione economica, l’ingresso in pensione solo per un certo periodo di tempo“.
Renzi ha parlato di un dialogo in corso con i sindacati, i datori di lavoro e l’Unione Europea per mettere a punto il meccanismo in vista della prossima finanziaria.

La misura dovrebbe riguardare solamente i nati nel 1951, 1952 e 1953, ovvero quei lavoratori che stavano per andare in pensione prima che il ministro Fornero alzasse l’età pensionabile a 66 anni.
Ma come funzionerà la flessibilità in uscita? Il lavoratore che decide di andare in pensione anticipatamente subirà un taglio dell’assegno pensionistico per ogni anno di anticipo.
La percentuale di penalizzazione dipenderà dal reddito percepito e non peserà sulla quota contributiva, per la quale è già previsto un taglio per chi utilizza la flessibilità in uscita, ma sulla parte retributiva.

Il costo dell’operazione dovrebbe essere di un miliardo di euro. Lo Stato si farà carico in via diretta solamente di quei lavoratori in stato di disoccupazione.
Per gli altri il Governo sta studiando un sistema di finanziamento pubblico-privato. Il nuovo meccanismo di pre-pensionamento dovrebbe prevedere una sorta di finanziamento-ponte da parte degli istituti di credito, che recupererebbero in seguito la cifra prestata attraverso mini-rimborsi Inps con trattenute sulla pensione finale.
Anche le aziende dovranno sostenere dei costi nei casi in cui vogliano adottare la flessibilità in uscita per effettuare delle ristrutturazioni o dare avvio al turnover generazionale. In quel caso, nelle intenzioni del Governo, il pensionamento anticipato sarebbe totalmente a carico dei datori di lavoro.
Su questo punto saranno fondamentali i prossimi appuntamenti con le parti sociali. Il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, ha ribadito a più riprese (l’ultima volta proprio ieri in occasione dell’assemblea nazionale) la disponibilità del mondo della cooperazione a farsi carico dei pre-pensionamenti per attivare un effettivo ricambio generazionale.

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