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Pensioni anticipate e reddito minimo: il Governo apre ad una revisione normativa?

3 Marzo 20153 min read

Da una parte ci sono milioni di disoccupati in cerca di un lavoro ed in condizioni economiche precarie; dall’altra un’Unione Europea rigida sulle proprie posizioni, consapevole che l’indebitamento non è la soluzione dei problemi di natura sociale. Lo dimostra anche il recente passato che ha decretato il fallimento di alcuni strumenti di natura assistenziale.
Difficile fare da arbitri in questa situazione. L’Italia ci prova, con non poche difficoltà.

polettiSono due gli argomenti sul tavolo del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti: pensioni e reddito minimo garantito.
Le questioni si scontrano con le direttive della Commissione europea in materia di bilancio. Rivedere questi due istituti per coprire determinate fasce di popolazione in difficoltà significherebbe aprire un fronte con le istituzioni europee che proprio in questi giorni hanno fornito il proprio parere positivo sulle recenti misure adottate dal Governo Renzi.

Nonostante i possibili dissidi in sede europea, il Ministro Poletti ha aperto all’inserimento di norme che favoriscano la pensione anticipata. Il lavoratore dipendente potrebbe ottenere, dunque, di andare in pensione prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici, accettando però di ricevere una cifra ridotta.
Il risparmio per lo Stato sarebbe notevole nel lungo periodo, mentre nei primi mesi comporterebbe un aumento della spesa pubblica sanzionabile dalle istituzioni europee.
Il Governo dovrà comunque intervenire sul tema delle pensioni. Sono troppe le fasce di popolazione penalizzate. Lo ammette lo stesso Poletti che fa riferimento, ad esempio,, a chi perde il lavoro e non matura i requisti pensionistici.
Per questi soggetti sarà necessario trovare una soluzione attraverso un ammortizzatore sociale o un altro strumento di natura transitorio.

Il sistema pensionistico italiano necessita di una riforme nel senso di una maggiore flessibilità in entrata. Non è un mistero, però, che l’Unione Europea non veda di buon occhio questo tipo di misure.
Non a caso nel pacchetto di misure proposte da Tsipras all’Eurogruppo, il primo ministro greco è stato costretto, giocoforza, ad eliminare gli incentivi alle pensioni anticipate, limitando così la flessibilità del proprio stato in materia previdenziale.
Anche il nuovo presidente dell’Inps, Tito Boeri, auspica una riforma delle pensioni. Lo ha dichiarato nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Per l’Ue se si consentono i pensionamenti anticipati risalta solo l’aumento immediato della spesa ma non il fatto che poi si risparmierà perché l’importo della pensione sarà più basso. Bisogna battersi in Europa per arrivare a una valutazione intertemporale del bilancio”.
Ma la proposta forte di Boeri non riguarda le pensioni, bensì la formulazione di un reddito minimo garantito per le categorie in difficoltà “finanziato dalla fiscalità generale”.
La povertà nel nostro paese è un fenomeno in crescita ed in quanto tale non va trascurato. Vedremo se il Governo valuterà veramente l’introduzione di un istituto di questo tipo che certamente troverebbe il favore di alcune forze parlamentari come Sel ed il Movimento 5 Stelle.

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