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Meccanica, chimica, tessile ed agricoltura: i quattro pilastri dell’export italiano

31 Marzo 20152 min read

25 miliardi di euro di esportazioni in più nei prossimi due anni.
L’Italia sarà uno dei pochi paesi a beneficiare degli scambi commerciali con gli altri paesi. A riportarlo è un’indagine di Euler Hermes, società del gruppo Allianz. Il surplus commerciale sarà di 10 miliardi per il 2015 e di 15 per il 2016.
L’export italiano sarà trainato principalmente da quattro settori: meccanica (+3 miliardi), chimica (+1,9 miliardi), tessile (1,4 miliardi) ed agricoltura (+1,0 miliardi).
I numeri complessivi ci raccontano di una quota di esportazioni inferiore del 30% rispetto ai dati pre-crisi. Ma si tratta ad ogni modo di risultati importanti, soprattutto se paragonati alla situazione attuale del commercio internazionale.

28102014Secondo Euler Hernes, nei prossimi due ci sarà una crescita del commercio nominale mondiale dell’1,8% nel 2015 e del 4,5% nel 2016. Per avere un’idea del rallentamento avvenuto nel volume totale degli scambi commerciali, basta considerare che nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2008 l’espansione commerciale era stata del 12% su base annua!
Le ragioni di questo rallentamento vengono individuate principalmente nei ridimensionamento del ruolo della spesa pubblica nell’economia di ogni singolo stato. L’intervento pubblico è stato storicamente un importante veicolo di sviluppo che negli ultimi anni è venuto meno e ha condizionato anche l’attività delle imprese.
Un ulteriore fattore di ridimensionamento dell’export viene individuato nella bassa percentuale di consumi ed investimenti, ovvero una delle principali conseguenze della fase di recessione.

L’Italia è uno dei pochi paesi a limitare le perdite in termini di attività commerciali.
Merito innanzitutto di alcuni fattori internazionali. La svalutazione dell’Euro, soprattutto nel rapporto con il dollaro, ed una base di beni e servizi molto diversificata aiuterà i prodotti italiani a trovare sbocco sui mercati esteri.
L’alta qualità del “made in Italy”, infatti, è tuttora apprezzata in tutto il mondo. Gli attuali prezzi bassi dei nostri beni li rendono ancora più appetibili, specie in una realtà come quella statunitense storicamente avvezza ad intrattenere relazioni commerciali con il nostro paese e capace negli ultimi mesi di far ripartire il proprio livello di consumi.
La “qualità a basso prezzo” aiuta, soprattutto in tempo di crisi: ecco perché l’Italia potrà trarre beneficio da questa difficile situazione a livello globale, nella speranza di raggiungere un volume complessivo di esportazioni simile a quello antecedente alla fase di recessione.

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