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L’oligarchia della ricchezza e la nascita del trilionario

16 Gennaio 20172 min read

Fino a qualche anno fa era una figura quasi mitologica, oggi si avvicina sempre più alla realtà. Secondo l’organizzazione non governativa Oxfam, infatti, nei prossimi 25 anni potrebbe nascere il primo trilionario nella storia dell’umanità. 

La nascita di una figura di questo tipo sarebbe la diretta ed inevitabile conseguenza delle diseguaglianze della società contemporanea. Il progresso economico e sociale sta attraversando una fase di involuzione piuttosto evidente: il reddito non riesce a reggere il ritmo dell’innovazione tecnologica, la politica sembra aver perso la via della redistribuzione welfare-aziendaleammiccando alla rappresentanza degli interessi forti.
Non è un caso, dunque, che sempre meno persone gestiscano la maggior parte della ricchezza mondiale. Secondo Oxfam, le otto persone più ricche della Terra hanno messo insieme nel 2016 la stessa ricchezza di metà della popolazione globale, ovvero 3,6 miliardi di persone.
Basterebbe solo questo dato per rendere l’idea di quanto sia forte la concentrazione del potere economico nelle mani di poche persone.

Nella storia dell’umanità sono sempre esistite delle oligarchie economiche che influenzano le decisioni politiche. Oggi, secondo Oxfam, questo fenomeno è più evidente: i grandi ricchi riescono ad ottenere leggi su misura per mantenere e/o aumentare il proprio patrimonio. Lo chiamano capitalismo clientelare e rischia di scatenare fenomeni di disagio sociale in tutto il mondo.
L’Italia non è un’eccezione. Nel nostro Paese il 20% più ricco possiede quasi il 70% della ricchezza disponibile. In Italia la crescita delle diseguaglianze è testimoniata dall’andamento dei redditi. Il miglioramento delle retribuzioni, infatti, non corrisponde ad una vita migliore per le classi meno agiate.
Il 45% del miglioramento del livello dei redditi ha interessato solo il 20% più ricco degli italiani. Questo vuol dire che quando aumenta la ricchezza non avviene una distribuzione più equa della risorse e che il benessere collettivo non è più direttamente proporzionale alla crescita. Questo è un problema che il capitalismo e la società democratica sono chiamati ad affrontare con urgenza per evitare l’implosione di tutto il sistema.
Per questo condividiamo e rilanciamo l’appello di Oxfam ai potenti del mondo che si riuniranno domani a Davos in occasione del World Economic Forum. Ridurre le diseguaglianze è una missione etica che non può lasciarci indifferenti.

 

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