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L’Italia e il mercato delle auto elettriche. Conviene davvero?

29 Settembre 20122 min read

Auto elettricheCi sono due problemi tra loro collegati: quello della crisi dell’auto e quello ambientale, con particolare riguardo alle emissioni prodotte dalle stesse auto.

Da più tempo, una delle direttrici intraprese è quella di puntare ad una nuova generazione di vetture elettriche: tanti sono gli investimenti effettuati dalle case costruttrici ai quali hanno fatto eco gli incentivi promossi anche da questo governo.

Ma è davvero questa la strada giusta per affrontare i due problemi?

Pare proprio di no e per due semplici, ed evidenti, ragioni. Le auto elettriche hanno ancora costi elevati e, aspetto non trascurabile, mancano ancora dei supporti necessari per il loro funzionamento, a partire dalle colonnine utili a “rifornirle” (unica eccezione in Olanda). Si tratta di un segmento che in Italia non ha sfondato, sono appena 289 le vetture immatricolate nel 2011, coprendo appena lo 0,04% del mercato in questo 2012. Pur rispettando, e molto, l’ambiente, nel medio periodo gli effetti maggiori si otterrebbero spingendo sulle vetture a idrocarburi a basse emissioni di CO2, o alimentate a GPL o Metano.

Soluzioni alternative ma di cui le case costruttrici dispongono in quantità con l’offerta di auto di piccole, medie e grandi dimensioni a costi, tutto sommato, abbordabili o, quantomeno, ammortizzabili nel corso di un tempo medio (24/30 mesi).

La direzione proposta da molti è allora quella di incentivare le vetture così alimentate magari attraverso una nuova campagna di rottamazione che richiami a “casa”, con proposte allettanti, quelle con età superiore ai dieci anni di vita.

Da un’azione siffatta ne trarrebbe vantaggi non solo l’ambiente, ma anche il gettito fiscale, l’occupazione, la sicurezza stradale per via di veicoli nuovi e certamente più efficienti.

Non sembra un’ipotesi “pellegrina”. Tutt’altro. Siamo convinti che i benefici si estenderebbero a tutti: a cittadini, allo Stato, alle case costruttrici, Fiat in testa, alle prese con i conti che non tornano.

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