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LINK 2007: un documento per una nuova politica dell’accoglienza

18 Gennaio 20173 min read

LINK 2007, la rete che unisce diverse organizzazioni non governative italiane, ha voluto dare il proprio contributo alla discussione sulle politiche di accoglienza redigendo un documento destinato al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Interno, al Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, alle Commissioni parlamentari competenti, ai Sindaci, ai Presidenti di regione e di provincia autonoma, alle associazioni, agli enti e agli operatori del settore.

L’associazione fornisce alcuni consigli programmatici al Governo volti a superare la fase emergenziale e a sviluppare un sistema basato sull’inclusione attiva degli ospiti. LINK 2007 intende nello specifico offrire un contributo propositivo “sulla base di approfondimenti e analisi fondati sulla propria esperienza di cooperazione internazionale e di aiuto umanitario e sulla conoscenza di molti dei paesi di provenienza, delle condizioni che favoriscono l’emigrazione, delle culture di tali paesi, delle aspirazioni degli immigrati, delle difficoltà che incontrano nell’inserimento e nell’integrazione, dei problemi che la loro presenza può talvolta generare nelle comunità non adeguatamente preparate ad accoglierli“.

Il documento distingue le migrazioni per lavoro e quelle forzate, ovvero dettate da persecuzioni subite nei propri paesi d’origine, differenziando anche le link-2007-immigrazionescelte politiche da adottare in base alle diverse esperienze migratorie.
Per quanto riguarda l’immigrazione strutturale o per ragioni di lavoro, la rete di organizzazioni non governative propone innanzitutto la regolarizzazione di chi studia o ha avuto occasioni di lavoro nell’ultimo biennio; si tratta di una regolarizzazione doverosa per chi ha già iniziato un percorso di inserimento effettivo nella società italiana.
Fondamentali anche le politiche attive di integrazione. I migranti dovranno essere impegnati in attività lavorative insieme ai giovani senza lavoro ed attivare attraverso il lavoro forme di scambio culturale. Tali forme occupazionali dovranno essere integrate con un reddito di inclusione.

LINK 2007 sottolinea inoltre quanto sia importante coinvolgere gli enti locali e le associazioni che operano sul territorio. La dimensione locale e partecipativa deve diventare, infatti, uno dei principi guida delle politiche di accoglienza.
Per quanto riguarda, invece, l’immigrazione forzata, l’associazione rilancia gli stessi principi, sostenendo inoltre che sia necessario “seguire e potenziare con una più regolare programmazione la via, positivamente sperimentata, dei corridoi umanitari che garantiscono ingressi legali e assistiti assicurando dignità alle persone in estremo bisogno di protezione”.
Uno dei più grandi problemi del sistema di accoglienza italiano è la lentezza burocratica nell’esaminare le pratiche di richiesta di asilo, provocando il sovraffollamento delle strutture di ospitalità. Per evitare questi ritardi ed impedire che alcuni migranti mentano sulle proprie storie di vita pur di ricevere la protezione internazionale, bisognerà prevedere dei canali di ingresso regolare per lavoro in modo da tracciare al meglio tutti i flussi.

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