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L’Ict non fa per l’Italia?

31 Ottobre 20162 min read

Il settore delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) è ormai fondamentale nell’ambito dell’economia mondiale. Le informazioni sono elaborate e trasmesse attraverso tecnologie digitali e telematiche, in un vero e proprio vortice di dati che richiede la presenza di figure in grado di gestire questa mole di informazioni. 

In Europa e nel Mondo, è cresciuto a dismisura il numero di persone impiegate nel settore ICT. Secondo Eurostat, nei paesi membri dell’Unione europea, sono 8 milioni le persone impiegate nel campo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, con un ict italiaaumento di 1,5 milioni di addetti tra il 2011 ed il 2015.
Ci sono paesi, però, che hanno saputo cogliere al meglio le opportunità offerte dall’informatica e altri, invece, che devono colmare un gap digitale, che si manifesta non solo nelle infrastrutture, ma anche nella presenza di competenze e di figure professionali adeguate.

L’Italia rientra in quest’ultima categoria. I lavoratori ICT, infatti, rappresentano solo il 2,5% della forza lavoro italiana, contro la media europea del 3,5%. In termini assoluti sono 558mila gli addetti ICT che lavorano nelle aziende italiane.
In Gran Bretagna, per rendere l’idea della differenza con i paesi al vertice di questa graduatoria, sono 1.542.000 i lavoratori ICT, quasi il triplo rispetto al nostro Paese. In generale l’Italia si trova agli ultimi posti, accompagnata dai paesi dell’Europa mediterranea (in Grecia la percentuale degli impiegati ICT è solo dell’1,2%).

La situazione diventa ancora più complessa se analizziamo le caratteristiche dei lavoratori ICT. Il primo dato che emerge è la bassa percentuale di laureati tra i tecnici italiani del computer. In Europa i laureati rappresentano il 60% degli addetti nel campo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, in Italia, invece, solo il 30% possiede un titolo di studio accademico (solo la Romania fa peggio di noi).
Il nostro settore ICT è anche il più anziano d’Europa ed è uno di quelli con la più alta percentuale di occupazione maschile. L’86,2% dei lavoratori in questo ambito è uomo: questo vuol dire che le donne sono quasi del tutto fuori dal mondo dell’informatica, per via anche di scelte universitarie che abbracciano settori disciplinari diversi.

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