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Legge di Stabilità 2016, Commissione Ue: giudizio rinviato alla prossima primavera

17 Novembre 20152 min read

La Commissione europea sospende il giudizio sulla Legge di Stabilità 2016 e rinvia ogni decisione alla prossima primavera.
Le indiscrezioni raccolte dai principali organi di informazione nella giornata di ieri sono state confermate in data odierna.
Secondo la Commissione, la legge finanziaria che verrà discussa nei prossimi giorni in Parlamento rischia di deviare dal percorso di riduzione del deficit intrapreso dall’Italia negli ultimi anni.

Nel mirino dell’Unione Europea ci sarebbe soprattutto l’abolizione dell’Imu e della Tasi, oltre alla richiesta di ulteriori margini di flessibilità.
eurogruppoUna delle richieste dell’Italia più discusse è la cosiddetta “clausola rifugiati”, che attraverso un risparmio dello 0,2% del Pil consentirebbe al nostro Paese di investire questa cifra nel taglio immediato dell’Ires per le imprese.
Il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha parlato dei temi legati alla Legge di Stabilità italiana nel corso di un’intervista a Il Sole 24 Ore.
Dombrovskis spiega i motivi della decisione della Commissione di rinviare il giudizio sulla finanziaria: “Il deficit strutturale è atteso in aumento dall’1,0 all’1,5% del PIL. Anziché migliorare dello 0,1% del PIL come previsto, si prevede un peggioramento dello 0,5%. Il programma di stabilità italiano prevedeva in origine un disavanzo nominale dell’1,8% del PIL. Sarà invece del 2,3%. Nonostante abbia già ricevuto margini di flessibilità pari allo 0,4% del PIL, il governo italiano ha chiesto ulteriore spazio di manovra: 0,1% per le riforme strutturali, 0,3% per gli investimenti pubblici e 0,2% per la spesa a favore dei rifugiati”.

La Commissione ha deciso di giudicare la manovra italiana valutando i risultati ottenuti nei primi mesi di azione. L’aumento degli investimenti proposto dal Governo dovrà impattare sulla crescita del Pil e sul mercato del lavoro.
Qualora non dovessero verificarsi i risultati sperati, la Commissione potrebbe costringere l’Italia ad adottare un provvedimento di riduzione del deficit.
In merito alla “clausola rifugiati”, invece, Dombrovskis ha ribadito che la decisione verrà presa in base ai costi sostenuti dall’Italia e quindi valutando se effettivamente le spese sono tali da giustificare un ulteriore margine di flessibilità.

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