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Legacoop-Prometea: Gamberini, preoccupazione per il Pnrr

6 Aprile 20234 min read

Il 4° Rapporto AreaStudi Legacoop Nazionale- Prometea ha evidenziato maggiore solidità finanziaria del sistema Legacoop rispetto alle pari imprese del sistema produttivo italiano e un modello di business caratterizzato da performance positive in linea con i valori tendenziali mostrati dai settori italiani di riferimento.

Il Rapporto indica una crescita moderata, con un PIL 2023 al +0,7%, accompagnata da un’inflazione che, a condizione che il prezzo dell’energia rimanga su livelli inferiori di quelli raggiunti nell’estate 2022, scenderà velocemente nel 2023 fino ad un livello di circa il 5,1%. Il rapporto contiene anche proiezioni per gli anni successivi, tra cui una crescita del Pil del +0,6% nel 2024 e del +0,9% nel 2025. L’inflazione è prevista al 2,2% nel 2024 e al 2% nel 2025. Si prevede che il sistema bancario continui a sostenere lo sviluppo delle imprese, seppure a un ritmo più lento rispetto al 2022 a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Inoltre, l’assenza di shock internazionali permetterà al ciclo industriale di ripartire, mentre gli investimenti finanziati dal PNRR contribuiranno a colmare il vuoto creati dal venire meno del Superbonus 110. È cruciale che l’attuazione del PNRR sia pienamente impegnata perché, con un impegno completo, gli investimenti totali sono previsti in aumento del 2,3% nel 2023 e dello 0,7% nel 2024.

Il presedente Legacoop, Simone Gamberini, ha commentato che tutti devono fare la loro parte per liberare la forza creativa del Paese e che l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale è irrinunciabile per sostenere la crescita economica.

“Il boom post pandemico”, commenta Simone Gamberini, presidente di Legacoop, “ha mostrato che questo paese è pieno di energie, ha un dinamismo che cova sotto la cenere ma è bloccato da strutture arcaiche, regole e scelte sbagliate non solamente a livello nazionale. In questo rallentamento tutti devono fare la loro parte per liberare la forza creativa del Paese. La cooperazione l’ha fatta e questo rapporto lo conferma: nel decennio passato si è rinnovata, riequilibrando dove necessario, consolidandosi quando possibile. Ma, come il resto del sistema produttivo, non può fare tutto da sola. Se i costi aumentano, l’incremento dei tassi rischia di soffocare l’economia. Al contrario servono misure di spinta coraggiose, e per questo ci preoccupa la crisi del PNRR. Un problema essenziale che va affrontato e risolto è quello dei costi del finanziamento in capo alle amministrazioni locali per la gestione delle opere che, con l’aumento dei tassi di interesse, sono insostenibili per gran parte di quei comuni, in maggioranza sotto i 5.000 abitanti, per i quali passano due terzi dei progetti e che spesso si vedono costretti a rinunciare alle risorse del Piano. Inoltre, dopo che la Cabina di regia, come annunciato, avrà effettuato una ricognizione per individuare i progetti realisticamente realizzabili con il PNRR e quelli da finanziare con Fondi di coesione e Repower EU, è urgente una revisione del modello, con un coinvolgimento dal basso del tessuto sociale e produttivo italiano. E occorre la spinta delle riforme, prima fra tutte quella fiscale. Una decisa riduzione della tassazione sul lavoro e del cuneo fiscale è ormai irrinunciabile. La ripresa post covid non era un fuoco di paglia, farla spegnere sarebbe un delitto”.

In fine, Il rapporto evidenzia che sebbene l’economia italiana sembri essere in ripresa per tornare ai livelli pre-pandemici, esistono ancora preoccupazioni riguardo all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

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