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Le proposte di FederBio per combattere il batterio Xylella

28 Aprile 20153 min read

Il batterio Xyella fastidiosa sta devastando numerosi uliveti in tutta la Regione Puglia. FederBio, la federazione italiana dell’Agricoltura biologica, intende fornire il proprio contributo per realizzare un’efficace strategia di debellazione del virus.
Per questo motivo ha istituito un comitato tecnico con l’obiettivo di individuare misure che bilancino la distruzione del batterio con la mancata contaminazione dei prodotti biologici.
Tra gli strumenti previsti dal Commissario Silletti , infatti, c’è l’utilizzo massiccio di prodotti chimici che potrebbero portare alla contaminazione non solo delle piante colpite dal virus, ma anche di quelle ad esse adiacenti.
FederBio si riserva, una volta effettuati i trattamenti, di valutare la presenza di eventuali contaminazioni, accertandone la causa.
Qualora il piano Silletti venisse portato a termine c’è il serio rischio, a questo punto, di dover risarcire gli operatori biologici, costretti a declassare le proprie olive a causa delle sostanze emesse.

federbioSu questo argomento si è espresso Paolo Carmeolla, presidente di Federbio, con una nota all’Ansa: «FederBio non condivide l’alternativa dell’uso massiccio di trattamenti con prodotti chimici di sintesi, previsti nel piano Silletti, che possono solo contenere l’insetto vettore del batterio senza debellarlo, oltre al fatto che in questo modo le aziende biologiche presenti nell’aerea verrebbero esposte al rischio grave di deriva dei trattamenti chimici il cui impatto sarebbe quindi dannoso per tutta l’economia della zona, oltre che per le popolazioni».

In un documento inviato alle istituzioni europee e nazionali, FederBio ha espresso le proprie proposte per combattere il batterio, volendo così tutelare fortemente le proprie imprese che, in base ad elaborazioni IAMB su dati del sistema BioBank della Regione Puglia, rappresentano il 16% della superficie agricola utilizzata del solo Salento.
Sono tre i criteri direttivi: rispetto del metodo di produzione biologico, controllo del virus nei momenti chiave del suo sviluppo ed implementazione di azioni che permettano di monitorare il virus e di individuare così gli strumenti più adeguati per prevenire la diffusione del virus nei prossimi anni.
Tra le proposte, come riportato testualmente dal documento di FederBio, ci sono:

– barriere meccaniche: fasce collanti, tessuto non tessuto; reti anti-insetto;

– barriera fisica su polloni o piante adulte: caolino, silicato di sodio;

– controllo meccanico contro gli stadi giovanili dei vettori, delle superfici a oliveto;

– impiego di prodotti rameici;

– distribuzioni di repellenti;

– piante trappola da trattare con piretro, contro adulti in fase di aggregazione pre-riproduttiva in campo;

– protezione dell’albero di ulivo da altri patogeni e rinvigorimento della pianta attraverso corrette potature, spollonature e corretta gestione della fertilità del suolo, adottando tecniche migliorative e conservative della sostanza organica;

– segnalazione delle piante sintomatiche alle autorità competenti per la verifica dell’eventuale infezione in atto.

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