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Le competenze digitali nell’Unione Europea

10 Novembre 20153 min read

I Paesi membri dell’Unione Europea devono implementare le proprie competenze digitali.
Uno studio condotto dalla Commissione Europea evidenzia le carenze degli stati aderenti all’Unione in tema di digitale.
L’analisi prende in considerazione il livello di diffusione delle competenze Ict sia tra i giovani che in generale nel mondo lavorativo.

La percentuale di ragazzi di età compresa tra i 16 ed i 24 anni che è un utente abituale di Internet è del 95%. Si tratta di un numero molto elevato, al quale però start up cooperativespesso non corrisponde una reale formazione digitale.
Se prendiamo in considerazione, ad esempio, il settore della scuola, meno della metà dei bambini studia in una scuola con strutture digitali adeguate e solo il 20-25% viene educato da professori che possiedono delle buone competenze digitali.
È evidente come in un contesto simile sia difficile sviluppare interesse verso le materie legate all’ICT come dimostra il calo dei laureati in questo ambito, che dal 2006 al 2013 ha visto una diminuzione del 13%.
Questo numero è del tutto paradossale, considerata l’enorme diffusione ed importanza che hanno assunto i digital devices all’interno della società. C’è inoltre un notevole gap di genere: gli uomini laureati in questo settore sono infatti il doppio rispetto alle donne.

Il sistema formativo europeo in materia digitale è, dunque, molto carente. Le ripercussioni sul mercato del lavoro sono evidenti.
Il 32% della forza lavoro europea possiede competenze digitali scarse o inesistenti e addirittura il 15% non ha mai utilizzato Internet.
Capiamo benissimo come con questa cifre sia quasi impossibile parlare di innovazione ed economia digitale. Eppure, come sottolinea la Commissione, ciascun lavoro nel campo dell’ICT ha le potenzialità per creare tre nuovi posti di lavoro in altri settori.
E la situazione diventa ancora più preoccupante se estendiamo il campo di analisi alla fascia più anziana della popolazione. Il 53% degli anziani non ha mai utilizzato internet e solo il 23% ha usufruito degli strumenti forniti dalla rete per accedere ai servizi pubblici.
La maggior parte lo fa per mancanza di interesse, risorse economiche e competenze.
Il gap digitale, evidente in Europa e ancora più pressante in Italia, va colmato nel più breve tempo possibile incentivando i processi di digitalizzazione soprattutto nelle scuole.
Questo deve essere il primo passo per sfruttare al meglio le potenzialità delle nuove competenze e dei nuovi strumenti tecnologici.

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