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Latte: in arrivo un’altra crisi?

19 Febbraio 20162 min read

Il mercato del latte rischia di essere proiettato indietro al mese di novembre, quando gli allevatori bloccarono per diversi giorni lo stabilimento della multinazionale Lactalis.
Il motivo delle rimostranze era il basso prezzo di conferimento del latte, pagato all’epoca 34 centesimi al litro, ed il mancato rispetto dei contratti da parte delle industrie di trasformazione.

Le parti riuscirono, poi, a trovare un accordo, portando il prezzo del latte a 37 centesimi al litro (due versati dall’industria ed uno recuperato attraverso i 25 latte crisimilioni di fondi europei) e stabilendo quattro parametri di indicizzazione per evitare un’eccessiva fluttuazione dei prezzi: prodotti a medio-bassa stagionatura (Provolone Val Padana fresco e maturo, Mozzarella, Gorgonzola, Italico); prodotti a elevata stagionatura (Parmigiano Reggiano e Grana Padano in vari gradi di stagionatura); prodotti esteri (Latte scremato in polvere Francia, Oceania e Germania, Edamer Germania, Latte intero in polvere Germania); input di produzione (mais, farina di soia, sorgo, crusche, farinacci).
Esclusi i prodotti a lunga stagionatura, in questi giorni tutte le altre voci hanno un andamento al ribasso.
In base agli ultimi calcoli, quando scadrà l’accordo tra industria e produttori (fine febbraio), il prezzo del latte dovrebbe essere addirittura sotto i 34 centesimi del mese di novembre.
Molte industrie di trasformazione situate tra Brescia, Cremona e Lodi, come riportato da Il Sole 24 Ore, stanno pensando di contrattare il nuovo accordo con i singoli allevatori. L’idea sarebbe quella di aggiungere un “premio” per la qualità del prodotto conferito e per la durata del contratto.
Qualora, invece, dovessero essere fatti valere i parametri di indicizzazione, il prezzi potrebbe attestarsi sotto il valore di novembre creando nuove tensioni nel comparto.

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