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Labor 2015: l’agricoltura tra vecchi problemi e soluzioni innovative

23 Ottobre 20153 min read

È in programma dal 21 al 24 ottobre, Labor 2015, il primo festival del lavoro della città di Cosenza.
Nel corso della settimana sono stati organizzati convegni ed iniziative che riguardano il mondo del lavoro calabrese: dal turismo alle banche, passando per l’alternanza scuola-lavoro, la ricerca, la formazione e l’agricoltura.

Nella giornata odierna è stato affrontato proprio il tema dell’agricoltura e dell’artigianato, due attività tradizionali e di primo rilievo per una regione come la Calabria, strettamente legata alla terra e alle arti manuali.
laborIl convegno dal titolo “Agricoltura e artigianato: nuovo-vecchio modo di produrre lavoro” ha mostrato quali sono i problemi e le esigenze del settore primario in Calabria, mettendo in evidenza pure le eccellenze del contesto calabrese.
Anche il mondo della cooperazione è stato protagonista dell’evento. La platea dei relatori ha visto, infatti, la presenza del presidente di Confcooperative Calabria, Camillo Nola.

Il vertice della centrale di rappresentanza delle coop calabresi ha parlato delle sfide che attendono il mondo dell’agricoltura, con particolare riferimento al problema della scarsità delle risorse, che diventa sempre più insistente e che si acuirà nel 2050, quando il continuo inurbamento porterà la popolazione mondiale ad essere distribuita in prevalenza nei centri urbani.
Il 70%, infatti, risiederà nelle città, mentre solo il restante 30% vivrà nelle campagne, invertendo totalmente la distribuzione demografica post Seconda Guerra Mondiale.
Anche la Calabria sarà chiamata a dare risposte a questi interrogativi, attraverso una politica regionale che metta al centro l’agricoltura, restituendo dignità e valore ad un settore sempre più sottovalutato negli ultimi anni: «Un vizio nazionale – ha commentato Nola – è di avere una percezione folkloristica dell’agricoltura, come “orto di casa”, quando, invece, è una cosa seria»
Dalla valutazione dell’agricoltura, come priorità e risorsa strategica fondamentale per l’economia nazionale, passa il futuro di centinaia di aziende agricole calabresi, in difficoltà a causa degli effetti perversi della recessione.
Un passaggio, in particolare, dell’intervento di Camillo Nola racconta al meglio l’entità dello stato di crisi dell’agricoltura: «L’accesso al credito in Calabria è praticamente inesistente: una nota banca è passata in cinque anni da 4 miliardi di raccolta ed il 60% di impieghi al 3,8 di raccolta ed il 25% di impieghi. Le banche hanno chiuso con la Calabria e senza l’alimentazione del denaro non si riesce a fare nulla»

Le imprese agricole devono affrontare, dunque, vecchi problemi legati all’accesso al credito, che i finanziamenti a pioggia ricevuti dallo Stato non possono certamente ovviare.
La Calabria e l’Italia hanno la necessità di diventare un contesto favorevole per gli investitori; questo è possibile solo attraverso una burocrazia più efficiente ed il superamento della cultura del nanismo aziendale.
L’aggregazione e la capacità di cooperare e fare rete si sono dimostrate scelte strategiche vincenti per ha deciso di intraprenderle. Aumentare le dimensioni ha consentito, infatti, a molte realtà di creare un brand locale e nazionale appetibile sui mercati esteri, dove il Made in Italy ed il Made in Calabria rappresentano ancora un valore aggiunto.

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