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La svolta nelle radici: ecco l’accordo Osas-Agrintesa (live)

17 Aprile 201513 min read

Viene presentato in data odierna a Contrada Ciparsia – Castrovillari (Cs) l’accordo tra Osas ed Agrintesa. La collaborazione strategica tra le due cooperative prevede un investimento di 40 milioni di euro e la riconversione di 700 ettari di terreno per rilanciare la filiera del kiwi nell’area di Sibari – Castrovillari.
All’evento di presentazione dal titolo “La Svolta nelle Radici” parteciperanno tante figure istituzionali ed esponenti di rilievo del mondo della cooperazione calabrese e nazionale.
Modererà i lavori Giuseppe Nola, presidente di Osas – Campoverde; interverranno anche  Raffaele Drei (presidente di Agrintesa), Camillo Nola (presidente di Confcooperative Calabria), Maurizio Gardini (presidente di Confcooperative), Gerardo Mario Oliverio (presidente della Regione Calabria) e Maurizio Martina (ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali).
Cooperative Italia vi offre il live dell’evento con in esclusiva le parole dei partecipanti.

osasIntroduce l’evento il presidente di Osas, Giuseppe Nola, che offre una breve presentazione della cooperativa calabrese e di come è nata l’idea di collaborare con Agrintesa, gruppo cooperativo romagnolo. Osas ha 52 anni di vita, in una zona, quella di Sibari dove negli anni Sessanta sono state svolte le prime opere di bonifica. Un gruppo di agricoltori ha così deciso di creare questa impresa sociale riconvertendo parte del territorio, il tutto grazie anche al contributo di produttori emiliani.
Una storia, dunque, quella di Osas-Campoverde che ha sempre avuto un rapporto privilegiato con l’Emilia Romagna.
La crisi produttiva ha messo in seria difficoltà i produttori locali, ma sono stati rilevati anche seri problemi strutturali nel settore delle pesche nettarine. “Abbiamo cercato allora delle alternative continuando a produrre ortofrutta, il che ci ha portati verso il kiwi. La scelta è ricaduta sul grosso gruppo italiano, Agrintesa, visto anche i rapporti buoni che abbiamo sempre avuto con la cooperazione romagnola. Loro ci potranno dare una mano anche dal punto di vista dell’esperienza tecnica sul kiwi.
Recentemente nell’area di Rosarno abbiamo cercato di lanciare un prodotto che sta avendo notevoli incrementi di consumi, specie nel mercato asiatico”. 

Raffaele Drei, presidente del gruppo Agrintesa, ha commentato la collaborazione con Osas definendola come un “Accordo tra due strutture di punta che mi auguro possa fungere da esempio”.
La storia di Agrintesa è simile a quella di Osas. Nasce infatti nello stesso periodo per via delle decisione di piccoli produttori che hanno scelto di auto-organizzarsi per competere sul mercato.
È una storia di aggregazioni, che ha visto piccole strutture, nate a livello locali, unirsi in un unico gruppo. Oggi è un’azienda cooperativa che aggrega 4.000 produttori con un fatturato di circa 270 milioni di euro. Le produzioni sono quelle tipiche dell’area romagnola e che hanno portato l’azienda ad essere il leader in Italia per pesche nettarine, kiwi e cachi.
Attraverso l’ufficio commerciale Alegra, Agrintesa vende i propri prodotti sui mercati italiani ed esteri. Si tratta di un vero e proprio braccio operativo che svolge un ruolo strategico fondamentale.
C’è un’altra cosa che ci accomuna” dice Drei “ed è il rispetto della legalità, dal punto di vista della normativa ambientale, della sicurezza e della fiscalità”.
“Siamo qua per fare una cosa nell’interesse della produzione agricola”
 aggiunge il presidente del gruppo romagnolo “Le produzioni di Agritesa ed Osas saranno concentrate in un unico braccio commerciale: Alegra. Non si tratta, però, solo di questo. In realtà vogliamo che la nostra collaborazione vada oltre e riguardi anche la fase di programmazione, di ricerca, così che la nostra attività possa essere più proficua. Abbiamo una serie di progetti innovativi che possiamo sviluppare insieme”.
Una parentesi importante anche sul kiwi. l’Italia è il primo paese produttore al mondo per questa specialità. “Il nostro paese deve giocare da primo prodotuttore mondiale. Per fare questo occorre organizzazione e da questo punto di vista l’accordo Osas – Agrintesa può essere un elemento di valore. Poi abbiamo bisogno di regole. Si deve tenere conto della virtuosità di alcune imprese e far sì che chi rispetta le regole possa essere tutelato nei confronti di chi le regole non le rispetta. L’Italia su questo prodotto può avere un grande futuro.”

Camillo Nola, presidente di Confcooperative Calabria pone l’accento sulla risposta delle imprese cooperative contro il difficile contesto sociale ed economico calabrese e sul ruolo delle istituzioni locali, nazionale e sovranazionali. “Per essere competitivi si devono concretizzare alcune condizioni. Innanzitutto parlo del contesto ambientale e legale: lo Stato, infatti, deve essere presente e percepito in tutte le zone della Calabria.
Un altro elemento importante è la consapevolezza che viviamo in un contesto mondiale dove gli investimenti agricoli sono stimolati e tutelati in tutto il mondo, forse meno nell’Unione Europea. Fare investimenti agricoli è una cosa complessa. Per questo è importante che le istituzioni siano attenti alle esigenze e ai tempi delle imprese”.
Le cooperative calabresi vogliono contribuire alla diminuzione del tasso di disoccupazione in un territorio difficile come la Calabria. Per raggiungere questo obiettivo è necessario un contesto regolativo favorevole. “Non dobbiamo tornare indietro, ma da parte dei nostri partners ci sono politiche di protezionismo che ci danneggiano. Bene la tracciabilità, ma attenzione al dumping che è sempre dietro l’angolo”.
Camillo Nola conclude con un accenno al problema “dilagante” delle cooperative spurie “Devono essere colpite con durezza e noi come ente di rappresentanza non ci tireremo indietro se ce le troveremo accanto. Dobbiamo tutelare gli uomini e le donne che non hanno voluto usare scorciatoie”.

Gardini (presidente nazionale di Confcooperative) esprime parole di stima e di riconoscimento su quanto fatto da Osas – Campoverde in tutti questi anni, lavorando alacremente per lo sviluppo di un’area importante come quella della Piana di Sibari: “Osas è il riconoscimento a chi non si chiude in casa ma si assume la responsabilità di valorizzare il territorio. Qui gli investimenti pubblici sono stati ben utilizzati.
Casi come Osas sono la risposta migliore alle false cooperative. Dobbiamo avere un fortissimo legame con la legalità. Io ho detto (e mi sono fatto anche molti nemici) che non c’è spazio nella cooperazione per chi vuole operare al di fuori della legalità. Non possiamo buttare un patrimonio intergenerazionale, qui ci sono decenni di storia. Non si possono tollerare queste cose, chi esce dalla legalità è fuori dall’Alleanza delle Cooperative”.
“Su progetti seri come questi”
prosegue Gardini “bisogna investire”. 

Le istituzioni regionali sono rappresentate dal governatore della Regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio. Quest’ultimo pone l’attenzione sulle scelte strategiche che andranno fatte per far crescere l’agroalimentare calabrese: “Dobbiamo valorizzare il nostro territorio sfruttando anche il Porto di Gioia Tauro per il quale stiamo lavorando ad un accordo importante che annunceremo nei prossimi giorni. Le risorse regionali (PSR) devono essere finalizzate ad evitare la frammentazione della produzione agricola, dobbiamo rafforzare i processi di aggregazione e guardare anche alle produzioni di base, che possono essere un fattore formidabile per la crescita del Pil. Ci servono strategie di difesa e di controllo della produzione.
La Calabria è la prima regione italiana per produzione olivicola eppure abbiamo un gap importante con gli altri contesti dal punto di vista dell’imbottigliamento. Ecco perché l’aggregazione deve essere un modello”.
U’ultima riflessione Oliverio la riserva alla legalità in una Regione, come la Calabria, in cui il 20% del territorio è privo di presidi di sicurezza. “Nell’uso delle risorse è necessario che si sostenga l’impresa ed il lavoro e che si definiscano i confini entro i quali deve intervenire lo Stato”.
Ognuno deve fare la propria parte” aggiunge Oliverio” ed io sono contento che ci sia un’impresa (Osas) che può essere un punto di riferimento importante per le altre realtà imprenditoriali”.

L’ultimo a prendere la parola è il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio MartinaLa sfida della Calabria non è solo la vostra sfida, ma quella dell’intero paese. L’Italia, se vuole avere una prospettiva, deve sapere riconoscere gli snodi fondamentali per il futuro. La tappa di oggi è la concreta dimostrazione che ci sono delle cose che vanno e attorno ad esse noi troviamo la via per costruire quella prospettiva. Scopro oggi che cos’è la potenza dell’esperienza imprenditoriale che voi avete costruito in questi anni in questo territorio. La conoscenza agroalimentare che ho visto oggi è superiore a quella di altre esperienze del bergamasco, da dove provengo. C’è un incrocio fondamentale di obiettivi che raccontano la possibilità di cambiamento dell’agroalimentare italiano. Quando hai attori territoriali pronti alla sfida, le cose si possono fare.
Non vi siete addormentati sul contesto esistente. Avete dimostrato che si possono trovare linee nuove. Noi siamo leader e dobbiamo avanzare ancora attraverso progetti di rilevanza nazionale come quello che è stato presentato oggi. Il Ministero è interessato a dare una mano”.

Il Sud può guardare al futuro in maniera positiva. Ne è convinto Martina, dichiarando che il Governo non si tirerà indietro a dare una mano ad una Regione tra le più difficili d’Italia “Si può fare anche da una realtà del Mezzogiorno, l’integrazione delle esperienze e delle infrastrutture logistiche è fondamentale. Il nodo infrastrutturale è centrale: se ci sono dei progetti per il Mezzogiorno, noi dobbiamo candidare la Calabria ad essere la Regione che sviluppa, in particolare il fronte agroalimentare. Ci sono le condizioni per farlo perchè il racconto di stamattina assume esattamente queste caratteristiche”.
Un altro argomento affrontato è quello relativo all’organizzazione e all’aggregazione delle imprese.Stiamo cercando di lavorare su nuovi strumenti organizzativi come le reti d’impresa. Nove aziende agricole su dieci sono di natura familiare, ovviamente rimarranno ancorate a questa cultura, ma a loro dobbiamo dire che da soli non ce la fanno. Noi dobbiamo puntare sull’aspetto aggregativo, è un concetto da affrontare sempre di più nel praticare la politica agricola nazionale. Dobbiamo orientare le nostre risorse verso chi vive di agricoltura, questo punto lo porterò sempre avanti. In Calabria c’è un tasso di aggregazione solo del 20%. Bisogna aumentarlo altrimenti perdiamo risorse europee”.
Martina, infine, prende le difese del mondo cooperativo contro le accuse che sono arrivate in questi giorni in merito ai recenti scandali giudiziari “Io difendo totalmente il modello cooperativo come un modello sano. Chi pensa di fare di tutta l’erba un fascio, non ammazzo la cooperazione ma ammazza l’Italia. In questo passaggio critico c’è una sfida a voi stessi per dimostrare chi siete. Senza la cooperazione si va un danno notevole in Lombardia, come in Calabria. Lo spirito cooperativo dimostrato oggi è un punto di partenza importante per tutte le altre realtà”

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