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La legge “salva-olio”, a tutela del Made in Italy, passa al Senato

1 Novembre 20122 min read

Legge salva-olio e made in ItalyPrimo passo per la legge salva-olio approvata all’unanimità dal Senato, nel disegno più complessivo che definisce le “norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini“, al fine di salvaguardare uno dei tanti comparti oggetto di frode alimentare a salvaguardia del patrimonio alimentare e agricolo nazionale nonché, aspetto non trascurabile, a tutela della salute pubblica.

Un passo fondamentale nella battaglia a difesa del vero Made in Italy dalle frodi e dagli inganni, che deve proseguire con la stessa decisione nel passaggio alla Camera che ci auguriamo avvenga al più presto”, ha commentato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, nell’esprimere apprezzamentao per il lavoro svolto dalla Commissione Agricoltura del Senato.

Una volta (definitivamente) approvate, le nuove norme fissano criteri più stringenti a tutela del consumatore, contrastando la pubblicità ingannevole, ma soprattutto, introducendo l’obbligo di inserire il termine minimo di conservazione e prescrivendo le modalità di presentazione degli oli nei pubblici esercizi.

Nel combattere le frodi di questo particolare e rilevante alimento nazionale, le nuove norme fissano le responsabilità delle persone giuridiche per i reati commessi in materia alimentare introducendo altresì nuovi istituti processuali investigativi e, soprattutto, sanzioni accessorie alla condanna attraverso la pubblicazione della sentenza.

L’Italia, con un patrimonio di oltre 250 milioni di piante, garantisce manodopera per 50 milioni di ore lavorative e un fatturato di 2 miliardi di euro e, di certo, come sta avvenendo, non poteva più restare a guardare ai tarocca tori di mestiere.

Nella speranza, infine, che ciò sia da viatico anche per tanti altri alimenti patrimonio dell’agricoltura e dell’operosità Made in Italy.

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Rocco Sicoli

Dopo anni passati tra la scrivania e il laboratorio, come redattore di riviste del settore ICT, ho deciso di tornare alla mia più grande passione: la comunicazione. Dal 2009 mi occupo di comunicazione politica sul campo, diventando campaign manager di una sfida molto ardua, radicare un nuovo soggetto fuori dagli schieramenti classici in una terra difficile come la Calabria. Studio le reti di influenza sociale e la creazione di nuovi immaginari. Credo nell'analizzare il contesto e nel trattare ogni scelta come qualcosa di matematico. Sono un cooperatore e dall'8 marzo 2016 ricopro la carica di Vice-Presidente di Confcooperative Calabria.

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