Grande fermento e moltissima curiosità sta suscitando, in questo periodo, il c.d. Jobs act, il piano di riforme del governo Renzi su lavoro, welfare, ammortizzatori sociali, pensioni e turnover. E’ al centro dei dibattiti dentro e fuori le stanze del governo ed il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ex presidente di Legacoop, non si risparmia.
Punto focale è l’articolo 18, armatura di tanti lavoratori, col quale, per tanti anni, si sono protetti da repentine e immotivate interruzioni dei rapporti di lavoro da parte di datori che, da una parte per tutelare la propria attività dall’altra per motivi personali, hanno sempre avuto il coltello dalla parte del manico.
Poletti ironizza in merito affermando che i contratti a tempo indeterminato sono ai minimi storici, circa il 17%, e se continua così non ci sarà bisogno di metter mano all’articolo 18 in quanto non sarà più necessario licenziare.
Ragion per cui, continua a ipotizzare Poletti su Rai3 nella trasmissione “In 1/2 ora”, è il caso di riguardare il quadro dei contratti a termine, nello specifico i Co.co.pro e Co.co.co., e di apportare sostanziali modifiche anche alle Partite Iva, che hanno avuto una crescita esponenziale nell’ultimo quinquennio e quindi non possono essere eliminate.
“Oggi il lavoro è intelligenza, è creatività, […] Abbiamo bisogno di nuovi contratti di collaborazione, abbiamo bisogno di cooperazione, di corresponsabilità“. Così esordisce Poletti, e continua dicendo che il governo ha utilizzato la Legge delega per costruire un nuovo panorama del sistema della contrattazione nel nostro Paese, con l’intento di creare un unico contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che spazzerà via tutti gli altri, eliminando una volta per tutte, le difficoltà attuali.
Si viaggia, quindi, verso una significativa riduzione delle forme contrattuali.
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