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Jobs Act: errore del Ministero, i contratti a tempo indeterminato sono la metà

27 Agosto 20152 min read

Il Ministero del Lavoro ha corretto i dati, comunicati il 25 agosto, sul numero di nuovi contratti a tempo indeterminato nei primi sette mesi del 2015.
L’errore commesso dal Ministero non è di lieve entità, visto che si tratta di oltre 300.000 posti fissi in meno rispetto a quanto annunciato non più tardi di due giorni fa.

lavoroMa come è potuta avvenire una distrazione di questa portata? A spiegarlo è lo stesso Ministero del Lavoro attraverso una nota ufficiale: «È stata diffusa una tabella che dava conto delle attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro di tutti i settori di attività, escluso il lavoro domestico e la pubblica amministrazione, nei primi sette mesi del 2015 in confronto allo stesso periodo del 2014. Purtroppo, un errore nei calcoli relativi alle diverse componenti ha prodotto valori non esatti».
In base alle stime riviste e corrette, nel confronto con i primi sette mesi del 2014 ci sono stati 327.758 nuovi contratti a tempo indeterminato, che derivano dalla somma tra attivazioni e cessazioni (+117.498) e stabilizzazioni (210.260).
In un primo momento si parlava addirittura di una cifra superiore a 600mila nuovi posti fissi, un numero davvero elevato che avrebbe portato enorme soddisfazione tra la compagine governativa in merito agli effetti del Jobs Act e degli sgravi fiscali della Legge di Stabilità.
Ed invece erano state sottostimate le cessazioni di rapporti lavorativi: si è passati, infatti, dai  2.622.171 iniziali e ai 4.014.367 effettivi. Se è vero, dunque, che il Jobs Act ha favorito le nuove assunzioni (+39,3% rispetto allo stesso periodo del 2014), è altrettanto vero che la maggiore flessibilità introdotta con la nuova riforma del mercato del lavoro ha portato con sé la perdita di numerosi posti fissi e non, mettendo dunque in discussione l’attuale efficacia dell’intero provvedimento.

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