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Istat: disoccupazione all’11,5%, ma preoccupa il numero di inattivi

1 Dicembre 20153 min read

Diminuisce ancora la disoccupazione, ma è solo un dato illusorio.
In base alle elaborazioni dell’Istat relative al mese di ottobre, il tasso di disoccupazione si attesta sull’11,5%, rimanendo inalterato rispetto al mese precedente e mostrando invece una diminuzione di 1,4 punti percentuali nel confronto con ottobre 2014.

I numeri appena riportati porterebbero a pensare ad un netto miglioramento del mercato del lavoro italiano. In realtà la questione è più complessa.
Di pari passo con una riduzione tendenziale del tasso di disoccupazione e con un calo del numero dei disoccupati (-13mila su base mensile e -410 mila su base disoccupazione ottobreannua), va registrata una contestuale diminuzione della stima degli occupati e soprattutto una crescita preoccupante del numero di inattivi, ovvero le persone che non cercano lavoro.
Secondo l’Istat nel mese di ottobre c’è una variazione negativa degli occupati dello 0,2% (-39mila addetti) per effetto del calo dei lavoratori indipendenti, mentre quelli dipendenti rimangono invariati.
Su base annua, invece, c’è un aumento del numero di occupati (+75mila persone) e del tasso di occupazione (+0,4%).
Il dato che inquieta più di tutti è quello relativo al numero di inattivi. Sempre più italiani sono sfiduciati e, complice anche un sistema di politiche attive estremamente deficitario, smettono di cercare lavoro.

Non è un caso che l’Italia presenti la quota più alta in Europa di Neet, ovvero di giovani che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione.
In un anno gli inattivi sono aumentati di 196mila unità ed il tasso di inattività è cresciuto di 0,6 punti percentuali.
In questo modo, dunque, si spiega la diminuzione della disoccupazione. L’Istat, infatti, calcola il tasso di disoccupazione prendendo in considerazione solamente il numero di persone che cerca attivamente lavoro: diminuendo queste decresce consequenzialmente anche il tasso di disoccupazione.
Già il mese precedente c’era stata una riduzione della disoccupazione determinata in parte dalla crescita degli inattivi.
Il fenomeno, adesso, diventa preoccupante. Più volte in questa sede abbiamo ribadito la necessità di integrare il Jobs Act con una modifica sostanziale del sistema di politiche attive del nostro paese.
Le debolezza degli organismi che fungono da tramite tra il lavoratore e il datore di lavoro si riflette su tutto il sistema, creando un’enorme quantità di persone che, sfiduciate, rinunciano letteralmente a cercare lavoro.
Al momento, in Italia, sono addirittura più di 14 milioni gli inattivi a fronte di 22 milioni di occupati e di 2,9 milioni di disoccupati. Disoccupazione ed inattività sono due problemi che vanno di pari passo, sottovalutare una delle due questioni significa non comprendere l’entità del problema lavoro in Italia.

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